Toxikull - Under The Southern Light

Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. NIGHT SHADOWS
  2. AROUND THE WORLD
  3. UNDER THE SOUTHERN LIGHT
  4. BATTLE DOGS
  5. RITUAL BLADE
  6. GHOST OF A DREAM
  7. KNIGHTS OF LEATHER
  8. GOING BACK HOME
  9. THEY ARE FALLING
  10. FILHOS DO METAL (XEQUE-MATE COVER)

Line up

  • Antim "The Viking": bass, vocals (lead)
  • Tommy 666: drums
  • Lex Thunder: guitars, vocals (lead)
  • Michael Blade: guitars

Voto medio utenti

Nel 2019 avevo inserito Cursed and Punished tra i migliori dischi dell’anno, un concentrato di metal classico priestiano sotto steroidi, imparentato con Helstar, con spruzzate thrashy e una piacevole vena melodica che accompagnava riff strappa-pelle ed accelerazioni nemiche dei parrucchieri.

I portoghesi Toxikull, autori del disco appena citato, tornano oggi con Under The Southern Light -terzo full length della loro discografia- che esce con un allegato speciale: una busta di delusioni.

La band ha infatti cambiato rotta, tirato il freno a mano e perso quella carica, quella vena selvaggia e grintosa del disco precedente in favore di un sound che vira in modo spudorato verso un classic metal anni ’80 molto pacato, comodo e melodico.
La traccia d’apertura (anche rilasciata come primo singolo) è infatti infingarda, ci illude con una bordata che riprende neanche troppo velatamente i ritmi e l’andamento di Ram It Down e ci traghetta idealmente dentro al disco che, di lì a poco, ci mostrerà la nuova faccia dei portoghesi.

Adoro il classic-metal ottantiano ma quello che troviamo dentro a Under The Southern Light è una sequela di mid-tempo, anche a tratti piacevoli, ma che vanno ad annullare la personalità della band portandola su autostrade trafficate, a confondersi con migliaia di altri competitor. Sia chiaro, non parliamo di brutta musica, anzi, i ragazzi dimostrano di saper comporre e arrangiare bene ogni canzone ma, proprio perché hanno indubbie capacità, non capisco come mai si siano standardizzati su qualcosa di così banalotto.

Andando più in profondità, "Around the World" è un classicissimo mid-tempo scanzonato -con una linea vocale che ricorda in certi momenti Gypsy di Dio- ma senza avere quel quid, quella scintilla in grado di accenderti. La title track è una sorta di power ballad, un pezzo metal delicato che cresce piano piano, al quale segue "Battle Dogs", un altro mid-tempo ottantiano fino al midollo, anthemico che deve qualcosa agli Accept; così come la seguente "Ritual Blade" richiama Primal Fear e la band di Wolf Woffmann per un brano diretto con tappeto di doppia cassa. "Knights of Leather" è l’ennesimo mid-tempo roccioso, ben fatto sicuramente, l’assolo è davvero piacevole ma, capite anche voi (anche da quante volte ho volutamente scritto "mid-tempo") che i Toxikull si sono davvero seduti. Torna un pochino di energia con un brano andante e sculettante come "Going Back Home" alla quale segue "They Are Falling" con riff e porzione di assolo scippati ai Megadeth.

Anche senza voler fare pelo e contropelo al disco e cercando di godermelo per quello che è, la sensazione è quella che i Toxikull stiano trattenendosi, inanellando una sequela infinita di tempi cadenzati che -purtroppo- arrivano ad annoiare un po’ l’ascolto.

Come detto, i portoghesi si sono buttati su una proposta molto più semplice e di facile ascolto rispetto ai lavori precedenti, completamente immersa negli anni ’80, sia come costruzione dei pezzi che come atmosfere, privandosi così di personalità e delle caratteristiche che mi avevano esaltato, ovvero: voce potente e tagliente, riff cazzuti, velocità e tanta, tanta energia.
Ecco, a Under The Southern Light manca l’energia capace di saturare l'aria durante l'ascolto, quella in grado di accenderti e caricarti. Qui l’energia basta giusto per tenere accesi gli amplificatori.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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