Gli spagnoli
Hrizg sono in giro da quasi 20 anni e questo
‘Damnatio Memoriae’ è il loro quinto album, il terzo (di seguito) per la storica
Moribund Records. Avevo avuto modo di recensire il loro terzo album
‘Individualism’ nel 2014, quando la band era ancora un solo project di
Erun-Dagoth, e a parte una sufficienza stiracchiata non ricordo altro di loro ... Dal 2018 le cose sono cambiate un po’, infatti di li in poi
Hrizg è diventata una vera band con l’entrata in line up di
Varkhen (drums) e
Deimos (bass) e a questi innesti è seguito in modo naturale un cambio e ampliamento di suond che aveva destato addirittura l’attenzione del nostro Maestro, Beppe ‘Dope’ Caldarone ... Oggi a distanza di 6 anni da
‘Soterion’ tornano con
‘Damnatio Momoriae’ e, pur riconoscendo alla band un grosso sforzo compositivio, a me personalmente non riescono ad interessare, figuriamoci a entusiasmare ... il loro black, farcito non poco di death (
'Once Fallen' e
'Rebirth From The Abyss Of Hate') lo trovo troppo lineare, prevedibile e senza mordente, addirittura fiacco in alcuni momenti, perchè non basta fare confusione per essere potenti . Da lodare il tentativo di
Erun-Dagoth di variare il suo timbro vocale passando dal classico screaming al growls fino ad una sorta di clean ‘declamatorio-lamentoso’ , ma in ogni caso è la personalità che manca dietro al microfono ... Ho ascoltato più volte l’album prima di tirare giù queste righe e ogni volta ho avuto la stessa sensazione , ovvero che, con o senza gli
Hrizg la scena estrema sarebbe la stessa... Grazie all’esperienza e ad una discreta capacità compositiva ci sono ovviamente dei buoni momenti ('Upon Your Ashes' su tutti), ma sono dispersi in un mare di mestiere, e questo per me non può essere un bene... senza infamia e senza lode ...
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