Lo dico sempre, e lo penso sul serio, quanto la musica sia meravigliosa, sempre capace di sorprenderti ed emozionarti.
In primis, perchè per me questi
Unethical Dogma - quintetto veneto - erano dei perfetti sconosciuti e mi sono ritrovato nel giro di pochi ascolti ad entrare nel loro mondo mille e mille più volte di musicisti di cui conosco anche la marca delle mutande che usano, tanto per fare un nome che oggigiorno tra gossip di quart'ordine e sparate a zero su ex compagni citiamo il buon
Kerry King di cui il nuovo album mi entusiasma quanto andare a pagare una cartella esattoriale all'ADE (di nome e di fatto), secondariamente perchè a me in teoria gli Unethical Dogma non dovrebbero piacere affatto, anzi tutto l'opposto.
Tra le influence infatti vediamo citati (e si possono ascoltare, mica se lo sono inventato)
Meshuggah,
Sleep Token, djent...tutta "roba" a cui sono fortemente allergico. Però, deo gratias, mi è rimasta quella curiosità di fondo, quello andare alla ricerca di qualcosa di inaspettato, di grattare sotto la superficie, fatta di comfort zone di band di 70enni che ringrazio e di cui ascolterò sempre i loro capolavori ma che, giustamente, non hanno più niente da raccontare se non la loro gloriosa storia.
Dicevamo che teoricamente la proposta degli Unethical Dogma avrebbe dovuto farmi correre e morire lontano, come i gatti.
Eppure, rimescolato, riarrangiato, riproposto con il loro stile e la loro personalità, il metal di questi ragazzi risulta davvero interessante e ben riuscito, e questo EP di inizio carriera intitolato "
Dusk", dato che giunge a soli due anni o poco più di vita, è un biglietto da visita niente male.
Al di la' della storia che viene narrata nei cinque brani, che non possiamo affrontare e giudicare data la mancanza dei testi ma che rimane comunque da lodare data la continuità della "forma album" alla faccia dello Spotify Metal (e di cui sapemo la conclusione solamente nell'EP successivo), rimane il fatto che ci troviamo di fronte ad una proposta a tinte scurissime, completamente e costantemente ammantata di angoscia e negatività più che da impatto e ferocia - che comunque non mancano - il che si riflette solo in una "strisciatura" di deathcore, partiture djent sorrette da un gran lavoro della sezione ritmica, ritmiche serrate quasi sempre a bpm assai cadenzati con un lavoro enorme, per il discorso atmosferico cupo di cui parlavamo prima, di assoli disperati e tappeti di synth che quasi ci parlano, raccontando ugualmente quella storia di cui in realtà non conosciamo i dettagli.
Ottimo l'eclettismo vocale del singer Giacomo, a proprio agio sia nei growl più profondi ed aggressivi sia nelle partiture pulite ed "inquietanti", ottima la produzione, incisiva e cristallina, splendida la conclusiva "
Jayne", vera anima della band, quanto l'opener "
Insomnia", senza chorus ipermelodici e catchy alla ricerca del "successo facile" e perfettamente centrati sul brano nella sua interezza e, di conseguenza, sull'EP tutto.
Quindi perfetto?
Visto che siamo dei vecchi rancorosi e polemici in tutta sincerità le vocals sussurrate e filtrate risultano eccessive per numero ed insistenza ed il look proposto dagli Unethical Dogma, fatto di giacche, camicette e bretelline - per quanto funzionali ad un certo significato recondito di fondo - fanno sanguinare gli occhi ma alla soglia dei 50 anni mi sia concesso, roba che un ragazzo manco ci fa caso, e poi dico sempre che dove c'è la qualità della musica chi se ne frega del resto e quindi così sia.
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