Alla prova del nove l'olandese
Verwoed cambia, ancora una volta, le carte in tavola proseguendo sulla strada della ricerca di una propria, precisa, identità musicale che, sin dagli esordi, è l'obiettivo ultimo del progetto.
Dimenticate, dunque, l'etichetta "black metal" appiccicata a questo album poichè
Erik B, la mente del gruppo, si allontana ulteriormente dal genere, per lo meno nella sua forma "tradizionale", rilasciando sette composizioni che danno vita ad un album atmosferico nel quale convivono, in un pregiato equilibrio, abrasive traiettorie mutuate ai Neurosis, accenni di matrice darkwave anni 80 (alcune melodia di chitarra richiamano, palesemente, la trilogia dark dei The Cure), dissonanze estreme e ricami arpeggiati, tutte componenti che creano un'aura malinconica, avvolgente, ma anche rabbiosa e dolorosa, all'interno di questo
"The Mother" la cui copertina, se ben osservata, potrà trasmettervi il suo contenuto musicale.
Questo terzo lavoro, infatti, è un disco caldo, fatto di carne e sangue, costruito su lunghe parti strumentali "post" (a tratti davvero emozionanti per forza catartica), sfumate atmosfere "desertiche" come da migliore tradizione stoner, e sulla voce aspra e potente di un musicista certamente originale e coerente, come ricordavo all'inizio, nella sua costante evoluzione verso soluzioni sonore che non cercano strade sicure ma che, al contrario, si dimostrano coraggiose e frutto di reale passione per quello che si fa.
"The Mother" è un ascolto, per quanto mi riguarda, fortemente consigliato, non semplicissimo e non adatto ai "duri e puri" in ambito black viste le sue derive lontanissime dallo spirito primordiale del genere stesso, ma assolutamente coinvolgente e dannatamente lisergico nella sua capacità di trasportarti verso lande sconfinate dove guardare, con occhi abbagliati dal sole, rotolare la paglia e perdersi di fronte alla magnificenza, a volte grezza, di madre Natura.
La musica "oscura" è, anche, questa.
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