Per la gioia di non si sa bene chi, a quattro anni dal debutto, ecco ritornare il tributo di
Zakk Wylde ai mitici
Black Sabbath: dopo aver risuonato l’esordio, ecco che questo trio se ne esce un doppio album nel quale ripropone fedelmente, anche troppo fedelmente, “
Paranoid” e “
Master of Reality”.
In realtà rimane poco altro da dire e potrei concludere la recensione facendo un mero copia e incolla di quanto scritto da
Sbranf quattro anni fa con il celebrativo “
Vertigo”, che forse un minimo di senso in più poteva averlo.
Ma vorrei chiudere questa recensione con una riflessione. In compagnia di
Zakk (non solo nella corte di
Ozzy per molto tempo, ma con alle spalle pure un’importante carriera con i
Black Label Society), troviamo alle quattro corde del basso c’è
Blasko (uno che ha suonato anche con
Rob Zombie) e
Joey Castillo alla batteria (
Danzig e
Queen of the Stone Age nel suo curriculum).
Ed ecco che arriva la mia domanda: visto il pedigree di chi è presente, vista la fondamentale inutilità di quanto proposto, perché a questo punto non osare il tutto per tutto e uscirsene con una rilettura personale del materiale originale, magari stravolgendolo pure?
Non è assolutamente brutto come lavoro (e ci mancherebbe altro…), ma il senso di tutto questo?
Bene, detto questo all’inutilissimo “
Doomed Forever - Forever Doomed” abbiamo dedicato pure troppo tempo, direi quindi di lasciare spazio a certe uscite di notevole spessore uscite di recente…
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