Sarà stata la copertina orribile, che sembra una paginetta da colorare con i pastelli a cera; sarà stato un passato recente IMBARAZZANTE, con una sequela di album orrendi a dir poco; fatto sta che mi sono accostato al nuovo album dei
Sonata Arctica ‘un filo’ scettico. I fatti, almeno in parte, per fortuna mi hanno smentito.
Intanto, partiamo delle basi: “
Clear Cold Beyond” può finalmente essere definito un album power metal, dopo aborti acustici e ammosciamenti da denuncia penale. La voce di
Tony Kakko non è mai stata quella di Fabio Lione, e in questo disco si sente eccome; molte canzoni infatti hanno linee vocali un filo spompatine e modulate sul ‘nuovo’ range di Tony. Questa in realtà è una cosa intelligente da fare, la sciagura sono quei cantanti che non accettano il passare del tempo e si ostinano su tonalità che non possono più padroneggiare, risultando imbarazzanti. Il buon Kakko almeno questa kakka ce l’ha risparmiata (
premio “battuta originale 2024”, ringrazio il mio pubblico che ha sempre creduto in me).
Ma insomma, com’è sto disco??? Mah. Ecco. InZomma, non è bruttissimo dai, ma ho ascoltato di meglio, ecco. Ci sono canzoni più riuscite (“
First in Line”, “
Cure for Everything”), altre più di mestiere (“
Dark Empath”), altre brutte forte (“
California”), e la tripletta si ripete abbastanza costantemente per tutta la lunghezza del dischetto. Tutto sommato, mi vien da dire che “Clear Cold Beyond” cerchi di riportare i Sonata in territori sonori consoni al combo finlandese. La creatività di un tempo è (per me) ormai irrimediabilmente persa, ma si può benissimo vivere anche con album perlomeno decenti, e questo lo è.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?