Veloce, potente e diretto, come un pugno nello stomaco!
Cosi, con queste poche parole, si potrebbe sintetizzare il ritorno discografico degli storici
Attacker che finalmente, dopo 8 anni di digiuno, rompono il loro silenzio, dando alle luce il sesto album della loro onorata carriera, per la
Cruz del Sur Music.
The God Particle è un assalto sonoro grezzo e senza tanti fronzoli, basato su un suono asciutto ed essenziale e su una solida impalcatura power-thrash, che si concretizza attraverso la voce acida di
Bobby Lucas, le chitarre incendiarie di
Jon Hasselbrink (degno sostituto di Pat Marinelli) e
Mike Benetatos e tramite una sezione ritmica massiccia, guidata ovviamente dal batterista
Mike Sabatini, coadiuvato dall’ottimo
Brian Smith al basso.
Le robuste composizioni vantano delle linee melodiche maligne ed estremamente graffianti (come avviene nella perfida
Curse Of Creation, nella ficcante
World In Flames, nella maestosa
Kingdom Of Iron oppure ancora, nella conclusiva title-track), che si insinuano con eccezionale naturalezza all’interno dell’aggressività del sound.
Sgombriamo subito il campo da qualunque equivoco ed evitiamo ogni scomodo paragone col passato; sono trascorsi ben 39 anni da
Battle At Helms Deep (1985), il capolavoro degli
Attacker e, da allora, di cose ne sono successe parecchie.
La band, dal canto suo, non è più la stessa (né nei componenti, né nello spirito) di quella ammirata nei gloriosi anni ’80 ma, ancora oggi, ci mette la stessa voglia di allora ed alla fine, non si può non amare!
Cosi, nonostante l’età avanzi impietosamente anche per i Nostri,
The God Particle suona incredibilmente fresco ed ispirato; si tratta di un disco in cui tutto gira per il verso giusto, a partire proprio da quella violenza musicale che, a conti fatti, risulta esserne il vero e proprio valore aggiunto, anche se talvolta, a voler cercare il classico pelo nell’uovo, potrebbe rappresentare, al tempo stesso, il suo “tallone d’Achille”. Questo avviene nel momento in cui, tale ferocia, per quanto spontanea, si tramuta in una staticità compositiva che non ammette molte altre soluzioni stilistiche.
Ma quanto detto sopra, non intacca minimamente la bellezza di un lavoro ben confezionato e totalmente riuscito.
The God Particle è il classico disco potente, che ti prende a calci in culo lungo tutta la sua durata, anestetizzandoti e facendoti dimenticare, per qualche minuto (35, nel caso specifico), tutto lo schifo del mondo circostante, con buona pace per i “palati fini” (non me ne vogliano, ma ogni tanto, una buona dose di SANA ignoranza, al giorno d'oggi, ci vuole!)
Ben fatto
Attacker, bravi!