Dopo il buon
EP di esordio, è tempo per
Flavio "FLV" Tempesta di rilasciare il primo album di lunga durata con il progetto
Reva, un nuovo percorso artistico per il musicista romano tramite il quale analizzare l'impatto della società moderna, e del suo ritmo incessante, sulle nostre vite.
Come notato per la prima uscita,
"Urban Madrigals" è un lavoro che riesce ad unire, in un mix ben bilanciato, pulsioni post black metal, atmosfere a tinte "nebbiose" secondo una certa tradizione dark, e costruzioni sonore di stampo progressive, tutti elementi che, sebbene siano anche musicalmente distanti, fluiscono in maniera coerente e piacevole, sia per merito della buona preparazione tecnica di
Flavio, sia per un delicato gusto in fase di arrangiamento in grado di "sposare" certi opposti che, forse, in altre mani sarebbero stati stridenti.
Lo sviluppo dell'album si districa tra improvvise esplosioni estreme, squarci melodici di pregevole fattura, rallentamenti che ci conducono in territori depressive, e costante pulsare progressivo che trasforma ogni singola composizione in un alternarsi di tempi e melodie che non lasciano mai l'ascoltatore "tranquillo", ma lo sballottano da una parte all'altra come se viaggiasse, di notte, in una grande metropoli che divori i nostri sogni e ci renda soli anche in mezzo alla confusione
I progressi compiuti da
Reva rispetto al debut sono evidenti, soprattutto perché, come vi raccontavo, i pezzi sono meglio arrangiati e gli elementi meglio organizzati, così come il songwriting in generale risulta più ispirato e, quindi, di più alto livello, tuttavia permane, a mio modo di vedere, lo stesso difetto che avevo riscontrato nell'occasione precedente: le parti vocali, soprattutto quelle distorte (che sono la maggioranza), risultano poco incisive e piuttosto distaccate dall'atmosfera generale dell'album tanto è vero che, quando fanno capolino vocals "pulite", le cose vanno decisamente meglio per un risultato finale più appagante, motivo per cui, ma questa è solo una mia opinione, immagino che la musica di
Reva sarebbe più emozionante, perché verso l'emozione essa sembra tendere, qualora il gruppo optasse per un approccio vocale differente e più in linea con l'atmosfera malinconica ed oscura del lavoro tutto.
Al di là di questa mia considerazione,
"Urban Madrigals" resta un lavoro in grado di mettere in musica il vuoto dell'esistenza quotidiana e la malinconia che pervade la nostra società, un lavoro quindi, certo perfettibile, ma che ottiene il suo scopo di scavare dentro le nostre anime.
Mi auguro che in futuro Reva sappia ulteriormente migliorare...
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