Quasi quattro ore e mezza di musica. E' questo il commiato, presumibilmente definitivo, che i meravigliosi
Transatlantic lasciano a testamento della loro immensa, immensa creatività.
Roine Stolt, Pete Trewavas, Neal Morse e MIke Portnoy insieme sono riusciti, in una ventina d'anni, a ridare nuova linfa al rock progressivo, introiettando la lezione dei più grandi (Genesis, Gentle Giant su tutti) ma restituendola ampliata, arricchita, disseminata di affascinanti sfumature di colore, in un meraviglioso caleidoscopio di musica che, più e più volte, ci ha lasciato con la mascella per terra.
Oggi, a fine aprile 2024, la InsideOut ci offre il fantastico resoconto di una doppia serata, svoltasi al
MorseFest, vera e propria abbuffata di musica prog concepita dal buon Neal per unire musica e preghiera, le sue grandi direttrici di vita. Nella nona edizione, quella del 2022, i Transatlantic presentarono due scalette da capogiro: l'intera esecuzone di "
The Whirlrwind", per chi vi scrive apice insuperato del combo, più (la sera successiva) l'intera esecuzione di "
The Absolute Universe", ultimo parto della band, nella sua versione più estesa. Il tutto condito da tanti altri pezzi, medley e rimandi a TUTTA la discografia del passato. Il tutto ci viene restituito in una registrazione dove il pubblico si sente, e dove questi quattro fenomeni danno vita ad una esibizione degna di essere tramandata ai posteri.
Non sono solito recensire i live, li trovo anzi quasi sempre superati ed anacronistici. Ma quando ti trovi di fronte ad una band di questo spessore, con una perizia tale da rendere ogni serata praticamente unica e diversa, e con la quasi totale certezza che il viaggio è purtroppo finito, ritengo sia quantomeno doveroso tributare uno dei gruppi più belli che siano passati dalle mie orecchie negli ultimi anni. Buon viaggio, Transatlantic. Mi mancate già.
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