Ancora 36 minuti come accaduto per
l'esordio.
Ancora una volta un nero abissale che fagocita ogni cosa.
Ordalie alza lo sguardo verso il cosmo e ci descrive l'umana insignificanza di fronte alla indifferenza delle stelle ed alla immensità di quello che ci circonda.
Qual è il mezzo migliore per dipingere uno scenario così inquietante?
Ioldar, la mente del progetto, lo sa bene, e scrive sette brani di indecifrabile cosmic black metal, sette brani distruttivi, violenti, rabbiosi e vuoti di ogni benchè minimo accenno di umanità.
Solo velocità e furia?
No, non poteva bastare.
"Indifferent Universe" va oltre, riesce a spaventare unendo la crudezza del metallo nero (dai chiari accenni avantgarde) con aliene partiture ambient le quali, in una velenosa simbiosi con le agghiaccianti melodie che solcano tutto l'album, completano un quadro di terrore cosmico e insondabile mistero che ci avvolgono come la nebbia d'inverno.
La registrazione cristallina, l'intricato riffing ispirato dal nulla stellare, i biechi rallentamenti più taglienti di mille lame (che spezzano il disumano blast beat della batteria), una velata atmosfera monastica e vocals che provengono dal cuore dell'ineluttabilità, completano un mosaico che non lascia trasparire alcun raggio di luce e ci consegnano un nuovo gioiello di una band straordinaria nel trasformare in note l'introspezione e la trascendenza da se stessi.
Album da maneggiare con estrema cura per non restarne feriti.
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