A distanza di tre anni dal loro
esordio, si ripresentano sul mercato discografico gli austriaci
Aussichtslos i quali, probabilmente per il frutto della loro maturazione, evolvono la propria proposta musicale verso una direzione più melodica rispetto a quella seguita ad inizio carriera.
Non che il terzetto abbia perso la sua irruenza, ma appare evidente che il nuovo
"Schicksalstotschlag" sia un album che contiene
anche black metal, ma che si caratterizzi, soprattutto, per gli aspetti dark e "post" già presenti, in ogni caso, ad inizio carriera.
Il suono del gruppo si è fatto più omogeneo e coerente, rabbioso nelle parti vocali, incalzante nel riffing ossessivo che non da tregua, ed avvolto da una patina melanconica, mai dolente comunque, che lo caratterizza fortemente avvicinandolo, tra l'altro, al modo di intendere il suono estremo da parte di gruppi come gli Agrypnie che mi sono sembrati il punto di riferimento più vicino per descrivere il "nuovo" corso degli
Aussichtslos.
L'ascolto dell'album, per via della sua già osservata omogeneità, scorre via veloce, e le atmosfere darkeggianti, così come le parti più epiche sottolineate da ottimi cori in voce pulita, unite al gusto melodico di chiara matrice post rock (come vi dicevo), ci accompagnano lungo i 47 minuti di durata dell'intero album in un viaggio che, a mio modesto parere, ci riporta a metà degli anni '90 verso quella scena oscura, ma calda, che caratterizzava le uscite dei Woodhouse Studios di Waldemar Sorychta, in una sorta di nostalgico guardare indietro senza, tuttavia, apparire retrò o fuori tempo.
In fin dei conti, quando il livello qualitativo è come quello espresso dagli austriaci, ha poca importanza parlare di presente o passato: ciò che davvero conta è sapersi gustare questo mix estremo di elementi diversi, ben amalgamati sotto la bandiera di una urgenza espressiva che, sorretta da una stesura musicale di pregevole fattura armonica (alcuni passaggi di chitarra sono da brividi), riesce a colpire il nostro animo con le sue traiettorie circolari, tristi e mai rassegnate, che vanno direttamente al centro della emozione.
Chiudo sottolineando che siamo di fronte a
Musica da ascoltare con il cuore, prima ancora con le orecchie, e ribadisco il talento passionale di un gruppo troppo poco conosciuto che meriterebbe, invece, ben altri palcoscenici... ma, chiaramente, sto solo sognando.
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