I Junk Food sono il progetto jazz-fusion di Luca Sellitto, chitarrista degli hard-progsters Stamina, incrociati dal sottoscritto ai tempi del loro secondo demo "Here to stay", il quale mi aveva favorevolmente impressionato per qualità tecniche e capacità espressive.
Caratteristiche che ritroviamo anche in quest'ambito sonoro, in cui la convivenza tra perizia e virtuosismo esecutivo da un lato e adeguato feeling dall'altro, non sempre è così usuale ed agevole.
Il gruppo in questione è riuscito a far coesistere questi due aspetti fondamentali in virtù del talento dei suoi componenti e della loro "apertura" mentale nei confronti d'altri generi (con esperienze anche in altre formazioni di diversa estrazione o comunque dimostrando interessi musicali piuttosto poliedrici) senza quindi quella "ottusità" accademica e un po' snobistica che talvolta contraddistingue coloro che si dedicano a questi stilemi accreditati come colti, in contrapposizione ad altri viceversa considerati come troppo commerciali e poco "eruditi".
Questo "Demo 2005", dalla resa sonora equilibrata e nitida (segno che se si hanno le idee chiare e competenza anche sole 20 ore di studio per registrazione e mixaggio possono essere più che sufficienti) propone quattro composizioni ricche d'inventiva e di preparazione strumentale, dai tracciati arditi, evitando in ogni caso un approccio eccessivamente ermetico e cervellotico, in modo da risultare alquanto godibile anche per chi, come me, non disdegna queste sonorità pur non conoscendone in modo "enciclopedico" tutti i più reconditi risvolti. Oltre al già citato Sellitto e la sua fluida sei corde (non stupisce che tra le sue influenze citi due "mostri sacri" come Frank Gambale e Allan Holdsworth) anche Luca Pappalardo alle tastiere, Marco Ricci al basso e Cristian Silvestri ai tamburi offrono una prestazione davvero lodevole (plauso particolare alle continue pulsazioni ritmiche unisone offerte dagli ultimi due) che si dipana in brani come la cangiante "The junk song", l'ottima piccola piece de resistence "Take notes" dalle atmosfere leggermente più rarefatte e dalla grande prova collettiva, gli accenni funky e gli arabeschi tastieristici dell'estrosa "Unwares", per concludersi con "Nice to meet you", apparentemente dalla linea melodica più "facile" e dalle evoluzioni gradevolmente volubili.
Fantasiosi, pieni di vitalità, non seriosi e per nulla molesti, i quattro "insetti" in questione (è così che i nostri sono raffigurati sulla copertina del dischetto) danno prova delle loro abilità in un modo mai fine a sé stesso, offrendo del "cibo" per i nostri sensi ben lontano dal poter essere definito "spazzatura". A differenza di quanto accade con gli alimenti comunemente definiti in tale maniera, l'assunzione, in una "dieta" bilanciata, di questo tipo di Junk Food ha effetti tutt'altro che deleteri sul nostro organismo. Taste it!
Contatti: E-mail:
junkfood@katamail.com
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