Gli olandesi, non faranno mai parte della serie A del death metal, ma sono dei bravi gregari che offrono un bel concentrato di devastazione.
Il quintetto sa cosa sta facendo e conosce bene la materia offrendo una prestazione marcia, potente, soprattutto dosando bene tecnica ad aperture melodiche.
Un esempio è la seconda traccia “
Marked by blood and darkness” dall’attacco a testa bassa con blast beats e marcia innestata sulla quinta con un bel growl profondo a cura di
Dennis Schreurs; qui ci sono anche cambi di tempo che danno più fluidità al tutto con un bel solo di chitarra prima dell’ennesima mazzata.
Altro pezzo che non si perde in chiacchiere è “
Christ immersion” che è un compendio brutale tra assalto ed un sentore black in alcune linee di chitarra.
Il doppiaggio vocale con l’aggiunta di screaming rende ancora più violento il tutto ma sul finale ecco un rallentamento serrato.
L’atmosfera maligna trova il suo compimento nell’ultima
“Tear all the flesh of the earth” con quelle chitarre iniziali veramente sulfuree; blast beat come se piovesse ma tutto è chirurgico, calcolato e letale; basso e batteria vanno all’unisono e le chitarre disegnano trame taglienti con un rallentamento che porta all’assolo; la coda finale della composizione reca un’impronta melodica più lenta ma non per questo meno d’impatto.
La produzione è perfetta perché esalta l’impasto sonoro, pulita ma non troppo; sesto sigillo e sesto centro, cosa volere di più?
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