La musica è arte pura e basta a sè stessa: a volte non servono nemmeno le parole ad accompagnarla; tuttavia quando essa racconta delle storie e ne diviene sostegno e linfa vitale la sua magia avvince qualsiasi ascoltatore.
Avrete certamente capito che "
The Stone Heart", nuovo EP degli statunitensi
Obsidian Tongue (giunto 4 anni dopo l'eccellente "
Volume III" ancora sotto le insegne della
Bindrune Recordings) rientra in questa categoria: ognuna delle tre tracce che lo compone ha una storia da raccontare, uno spunto su cui riflettere.
Dopo essersi definiti Introspective black metal per anni, il blocco pressochè totale di tutte le attività imposto nel 2020 - e per loro quindi la cancellazione di ogni tournè a supporto di "
Volume III" - ha costretto
Brendan Hayter a sperimentare ancora più in profondità la correttezza della propria definizione.
L'unico luogo in cui poter fuggire era il proprio "io" più nascosto ed insondabile: gli
Obsidian Tongue ne sono usciti con una trilogia di materiale nuovo, "
The Stone Heart", un full ed un ulteriore EP che vedranno la pubblicazione tra qualche tempo.
I tre brani del lavoro che vi presentiamo durano poco meno di venti minuti ma sono densi e richiedono molti ascolti per essere assorbiti appieno. Il contenuto melodico è ricco e gli
Obsidian Tongue fondono senza sforzo influenze prog, psycho, post-punk e di musica classica nelle loro fondamenta black metal, creando un suono davvero coinvolgente, ossessionante e catartico.
La titletrack (con la voce di
Tanner Anderson come guest) è ispirata ad una citazione di Carl Jung ampliata grazie alla sensibilità della band e pone le basi per ciò che sarà il nuovo album.
"
Winter Child" è uno dei brani più emotivamente coinvolgenti della band e affronta la dipendenza dall'isolamento e dalla dimensione onirica che gli inverni interminabili del Maine (luoghi di provenienza della band) suscitano nelle persone.
Il terzo e ultimo brano (interamente strumentale), "
Bear at the Tree of Light" è anche il titolo dell'opera raffigurata in copertina creata dall'dell'artista svizzero
Peter Birkhauser, amico e allievo di Carl Jung, che dipingeva i propri sogni per esplorare l'inconscio collettivo.
Questa pratica rispecchia i metodi adottati dalla band per estrarre l'oscurità che la musica genera in loro, sino a formare qualcosa di profondamente personale ed universale allo stesso tempo.
L'orso di fuoco che si nutre dall'albero di luce rappresenta la fiamma che brucia in profondità degli artisti e la loro perseveranza attraverso gli anni demoralizzanti della pandemia, e la propria fame di raggiungere nuove vette artistiche.
La musica degli
Obsidian Tongue è epica, intima, sognante, evocativa, crudele, profonda ed esplora una tavolozza vastissima di sfumature passando in poche battute da sfuriate black a sognanti tessiture acustiche in un vortice di emozioni.
E se "
The Stone Heart" che è solamente un EP ha tutta questa bellezza, non oso immaginare cosa potrà essere il nuovo album....
Obsidian Tongue - "
The Stone Heart"
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