Ne ha dovute vedere di difficoltà questo
'Twilight II', quarto album dei nostrani
Shadows Of Steel, band power metal ligure nata nel 1996, scioltasi poi nel 2002, e riformatasi più di una decina d'anni fa. Concepito inizialmente come il naturale successore dell'EP 'Twilight' del 1998, l'album uscì solo nel 2022 in formato digitale, per poi venire ripresentato in formato fisico su CD, e con l'aggiunta di tre ulteriori pezzi inediti e un addizionale cover rispetto all'uscita di due anni fa. Un bel po' di complicazioni che però non hanno intaccato nè la voglia della band di proseguire sulla loro strada, e neanche la qualità delle singole canzoni, che sembrano uscite da quel contesto di metà anni 90' dove il power metal viveva i suoi anni migliori, come se il tempo non fosse passato. Un'ora netta di ascolto per un viaggio sia tra la proposta degli Shadows Of Steel, e sia tra delle rivisitazioni di band famose (prendete con le pinze) nel genere riviste in ottica più personale.
[Foto fornita dalla band]
Che la band sia rimasta fedele a sè stessa nella musica lo si capisce immediatamente dalle prime note di
'Call of Shadows' e
'Broken Mirror', veloci, molto debitrici alla scuola di giganti come Stratovarius, e dai ritornelli di facile presa cantati molto bene da
Andrea De Stefanis, qui annoverato come
Wild Steel. Il suo timbro alto, molto alto in alcuni punti, ma comunque carismatico, ben si sposa con la furia che ricopre gran parte delle canzoni della prima parte dell'album. Dall'altra parte, c'è un grande uso delle tastiere, agli inizi dei vari brani, negli assoli, di sottofondo, che se in molti casi funziona, in altri tipo
'Power Of Dreams' diventa eccessivo e fa scadere gli ottimi chorus presenti. Per fortuna i lati positivi sono più di quelli negativi, e semiballad come
'Shine' riescono a risollevare il tutto, mentre con la lunga
'Symphony' si ritorna su binari più power oriented, anche qui con un lavoro di synth abbastanza preponderante.
La seconda metà del disco, come detto, vede ben cinque cover tra cui quella di
'Heavy Demons' dei Death SS in aggiunta rispetto all'edizione digitale. Anche qui poco da dire, tutte riescono a rimanere fedeli alle originali pur aggiungendo il trademark degli
Shadows Of Steel, in particolare la già citata
'Heavy Demons', vuoi per il lavoro di tastiere suona a primo impatto abbastanza "diversa", ma se ci si cala nella visione di una reinterpretazione power, fa comunque la sua figura.
'Angel Witch' e
'The Beauty And The Beast', rispettivamente di Angel Witch e Stormwitch, sono fra le migliori del lotto, quest'ultima vuoi anche per essere una canzone estremamente catchy (anche per il fatto che l'album omonimo dei tedeschi già era di per sè più leggero) che si lega perfettamente allo stile del gruppo italiano.
E' dovuto passare un bel po' di tempo per ascoltare
'Twilight II', ma alla fine devo dire che ne è valsa assolutamente la pena. Un power metal che saprà soddisfare le esigenze di qualunque appassionato, alla stregua comunque di qualche piccolo difetto, va sicuramente fatto un plauso agli
Shadows Of Steel.
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