Quando un gruppo (apparentemente) uscito “dal nulla” ti crea una vera e propria “dipendenza”, tanto da rischiare seriamente di monopolizzare i tuoi ascolti (circostanza, tra l’altro, non molto in linea con le esigenze del “mestiere” di scribacchino musicale …), significa che “in giro” fortunatamente ci sono ancora formazioni emergenti in grado di andare oltre il semplice citazionismo e che sanno trasmettere in maniera efficace la propria urgenza espressiva anche se maturata in territori artistici noti e consolidati.
La
band in questione è italiana, si chiama
Night Pleasure Hotel, si sintonizza sulle medesime lunghezze d’onda di Survivor, Foreigner, Prism e Toto ed è l’ennesima scoperta della
Art Of Melody Music, che patrocina il suo debutto sulla lunga distanza intitolato “
Portraits”.
Abbandonati gli esordi da
cover-band (di Queen, Toto, Police e AC/DC) con la denominazione Alex Mari & The Lovers (molto meglio quella attuale,
guys …), dopo alcune variazioni di
line-up i nostri raggiungono l’attuale configurazione, capitanati da quell’
Alex Mari che proprio un assoluto
carneade in realtà non è, avendo collaborato con Michele Luppi Band, Barock Project, Ophiura e Rhapsody of Fire (in qualità di
backing vocalist da studio).
Per quanto riguarda
Sebastiano Barbirato e
Gianluca Pisana, invece, non mi risultano indicazioni utili a comprendere come il loro
background sia stato in grado di condurli alla realizzazione di un disco così coinvolgente, in cui i sacri crismi dell’
AOR yankee si stemperano in un approccio dagli accenti melodrammatici e sfarzosi.
In tale contesto, l’ugola di
Alex Mari spicca per brillantezza, versatilità e capacità comunicative, ma in realtà ad emergere in maniera ancora più netta è la compattezza di un trio di musicisti (coadiuvato da un imponente
parterre de rois di ospiti … da
Michele Luppi a
Luca Zabbini, passando per
Paolo Caridi e arrivando a
Roberto Galli …) animato, oltre che dal talento, da una notevole cultura specifica e da una chiara “affinità elettiva”.
Il pianoforte e le polifonie vocali (una vera “specialità della casa” …) che sostengono in maniera suggestiva la melodia appassionata di “
Niko” (brano dedicato da
Pisana al figlio
Nicola), dimostrano fin dal primo contatto le qualità e la sensibilità espressiva dei
Night Pleasure Hotel, capaci poi, con “
Just this once”, di “sfidare” i Pride of Lions sul loro terreno preferito, aggiungendo all’ammirazione un’adeguata dose di carisma.
La ballata "
We say goodbye” è una vera
sciccheria per intenditori, e lo stesso si può affermare per la crepuscolare "
Walking through the horizon”, pervasa da un crescendo emozionale impossibile da ignorare.
Arrivati a “
You and I” la
band si affida quello stile radiofonico, vivace e creativo che ha reso i Toto uno dei capisaldi del settore, mentre “
Sweet melodies of rain” ritorna a sollecitare la porzione più sentimentale dei gangli sensoriali dell’astante, stavolta però pungolati da una struttura armonica cinematografica, magniloquente e sinuosa.
“
Shivers” e “
Julia” sono altri due frammenti sonori d’ispirazione
Peterik-iana, con il nobilissimo retaggio maggiormente focalizzato nella vitalità
adulta emanata dal secondo dei brani citati, e piuttosto “impressionante” appare pure “
What I feel”, intrisa di un’affascinante forma di lirismo teatrale.
“
Suddenly” arricchisce ulteriormente la quota di enfatico romanticismo di “
Portraits”, un
album che in “
For you” solca con disinvoltura “pericolosi” terreni
pop n’ soul (con un
Mari in versione
George Michael …), per poi riservare la sua
bonus-track “
Quella sera” (trascrizione in madrelingua di “
Suddenly”) a chi ritiene che l’italiano possa “funzionare” egregiamente anche in questi contesti stilistici.
Constatando come un pizzico di maggiore vigoria e dinamismo avrebbe probabilmente reso ancora più agevole la fruizione ad “ampio spettro” dell’opera, l’esortazione a trascorrere del tempo al
Night Pleasure Hotel rimane assolutamente perentoria e calorosa … scommettiamo che decidere di fare il
check-out non sarà semplice?