Copertina 6

Info

Anno di uscita:2024
Durata:52 min.
Etichetta:Steamhammer / SPV

Tracklist

  1. BITTERSWEET DREAMS
  2. WAY TO THE THRILL
  3. NO MORE CHANGES
  4. DON’T CALL ME HERO
  5. LAW OF THE VULTURE
  6. LASER TRAIN
  7. TRAVELERS IN TIME
  8. CAPTAIN PUNISHMENT
  9. FIDDLER ON THE ROOF
  10. THIN ICE (BONUS TRACK)
  11. ÜBER-ALMAN (BONUS TRACK)

Line up

  • Benno Hankers: vocals
  • Felipe Zapata Martinez: guitar
  • Vincent Hadeler: guitar
  • Robert Hankers: bass
  • Ingemar Oswald: drums
  • Hanna Kuzior: guest on cello
  • Mei Caramba: guest on violin
  • Karl Ehbets: guest on keyboards

Voto medio utenti

Chiamateli come volete, e poi non fatevi scoraggiare da una copertina tutt’altro che “inedita” (mi viene in mente “Superhero” degli State Of Salazar, ma di certo non è l’unica similitudine …): i Night Laser sono un buon gruppo tedesco di sleaze n’ heavy, che con questo “Call me what you want” approda alla corte della prestigiosa Steamhammer / SPV.
Una partnership dai prodromi abbastanza promettenti dacché, anche grazie alla produzione di Dirk Schlächter (Gamma Ray, Ross The Boss) e al mix / mastering di Eike Freese (Deep Purple, Helloween, Simple Minds, tra gli altri), il disco suona in maniera parecchio energica, sostenendo a dovere la miscela di glam e power-metal proposta dal quintetto di Amburgo.
Affrontando, però, proprio il tema dei “contenuti” espressivi dell’albo, diciamo che personalmente non sono riuscito ad appassionarmi in modo totalizzante per questa sorta di miscuglio tra Helloween, Bonfire e L.A. Guns che il gruppo propone manifestando tuttavia valenti doti tecniche e anche una certa attitudine in entrambe le “categorie” stilistiche.
Il problema sono le canzoni, abbastanza dilettevoli e anthemiche, eppure praticamente mai davvero memorabili, affossate da strutture armoniche eccessivamente lineari e prevedibili.
Ciò non toglie, per esempio, che “Bittersweet dreams” abbia un bel “tiro”, “Don’t call me hero” attragga per il suo refrain “a presa rapida”, “Laser train” si riveli un divertente up-tempo e che “Law of the vulture” dimostri come i Night Laser (in primis il vocalist Benno Hankers) siano maggiormente a loro agio quando si tratta di affidarsi primariamente a strutture musicali di fiero retaggio power.
Poco inclini ai “sentimentalismi”, vedasi l’inconsistente “Travelers in time”, i teutonici in “Fiddler on the roof” tentano con esiti abbastanza apprezzabili anche la “carta” dell’enfasi battagliera, evocativa e folk-eggiante, ma complessivamente “Call me what you want” finisce per fornire pochi veri spunti di spiccato interesse, collocandosi nel mare magnum delle produzioni discografiche non sgradevoli all’ascolto e al contempo troppo ordinarie per affrontare efficacemente la ricca e agguerrita competizione della scena contemporanea.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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