Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:42 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. STELLAR HALO
  2. RULE THE SHOW
  3. A WORLD BEYOND REACH
  4. IF YOU DARE
  5. MY PRISON
  6. THE DEVIL'S DRUG
  7. MIRAGE
  8. TO THE OTHER SIDE

Line up

  • Jukka Koskinen: bass
  • Heikki Saari: drums
  • Daniel Freyberg: guitars,
  • Tommy Tuovinen: vocals (lead)

Voto medio utenti

I Crownshift sono l'ennesimo "supergruppo" composto da ex membri di COB, Nightwish e Wintersun e debuttano su Nuclear Blast con l'omonimo album. Sonorità melo-death che faranno la gioia degli estimatori dei gruppi citati - soprattutto Cob - dai quali i Nostri ereditano la struttura delle canzoni, le vocals miste clean- scream-growl, l'uso di synth, il tutto a propinarci un prodotto ampiamente derivativo ma suonato e prodotto in maniera ineccepibile. Accanto a brani più d'atmosfera come la cibernetica "Stellar Halo" che apre le danze, troviamo cavalcate terremotanti come "Rule The Show" dal riffing forsennato ma dal chorus incredibilmente melodico, Tommy Tuovinen è la marcia in più con la sua duttilità vocale ( sentitelo sulla ballad "My Prison") alla quale si accompagnano i riff e i solos di Daniel Freyberg che sanno essere sia melodici che heavy, spesso all'unisono col synth qui onnipresente.
Ci sono composizioni più easy (qualcuno direbbe commerciali) come "If You Dare" dal piglio quasi rock'n' roll alle quali si affiancano composizioni più articolate ma mai eccessivamente complesse, anzi la melodia è l'elemento portante del lavoro. Accennavo prima alla produzione, perfetta per il genere, forse un pò asettica e fredda per alcuni ma i COB hanno fatto scuola in questo, sta di fatto che la carica strumentale è sempre in bella mostra e ci fa apprezzare sia le bordate più heavy ("The Devil's Drug") che le composizioni più introspettive come la strumentale "Mirage" che ricorda gli In Flames.
L'esordio dei finlandesi è di buona fattura e la summa del loro sound la troviamo nella conclusiva "To The Other Side" una suite di più di 10 minuti nella quale convivono i migliori COB e In Flames, una composizione articolata con accenni quasi prog nel lungo bridge centrale.

Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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