A solo un anno dalla loro formazione - avvenuta a Tampere nel 2023 - e grazie alla
Inverse Records, i
Garden of Stone pubblicano l'EP "
Tides of Decay", 4 tracce per 19 minuti scarsi di musica.
Devo confessare che mi dispiace sempre dare un giudizio negativo a nuove band specialmente al debutto, ma onestà intellettuale impone di essere coerente ed oggettivo quanto più sia possibile.
Il quintetto si definisce sulla propria pagina facebook "melodic + heavy metal", espressione che praticamente abbraccia una fetta enorme di generi e sottogeneri della nostra musica preferita.
E non ci sarebbe niente di male se fossero miscelati a dovere....il problema nasce nel voler fare troppe cose insieme riuscendo a farne bene pochine.
"
Hymn of a dead man pt.1" offre sonorità gothic rock (esplorate meglio da band quali
Vaura o
End of Green) sporcate appena da accenni di harsh vocals mentre "
Idol of Flash" e la successiva "
Seeker of Salvation" portano su territori death/thrash melodico con le immancabili alternanze clean/growl nella voce.
Il quarto e ultimo brano "
Hymn of a dead man pt 2" riprende il discorso della parte 1 aggiungendo brevi partiture progressive!!
Qualche spunto interessante si può cogliere (le melodie delle chitarre sono valide così come alcune armonizzazioni) ma il prodotto finale è di caratura modesta.
Il neo più grosso - oltre alla confusione generale - è rappresentato dalla voce di
Jesse Salo che risulta abbastanza valida nelle parti in growl ma crolla miseramente nei puliti risultando quasi slegata dal contesto generale (al limite della stonatura).
Il vantaggio dei
Garden of Stone è avere il tempo dalla loro parte e noi non avremo alcun pregiudizio nel valutare i prossimi dischi nonostante questo passo falso.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?