Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:49 min.
Etichetta:Metalville Records

Tracklist

  1. FASTLANE
  2. FEEL
  3. THE WAY WE WANT
  4. SOUL SATISFACTION
  5. DEVOTION
  6. CAUGHT
  7. WINTER'S BLUES
  8. LAST HEARTS OF FIRE
  9. SAFE IN MY ARMS
  10. STARS
  11. COMING HOME
  12. SAPPHIRE SKY

Line up

  • Mika Grönholm: guitars, bass, keyboards
  • Lee Small: vocals
  • Tom Rask: drums
  • Michelle Lynch: backing vocals on tracks #1, #5, #9

Voto medio utenti

Coming home” è un disco estremamente “nostalgico” e rispetta pienamente l’intento stesso dei Falcon Trails di trasportare l’astante nel cuore degli anni settanta attraverso un suono fatto di rock, soul, rhythm n’ blues e funk.
Chiarito l’obiettivo con cui i finlandesi Mika Grönholm e Tom Rask, coadiuvati dal britannico Lee Small, si sono approcciati a questa nuova avventura artistica (da aggiungere a curricula professionali consistenti e prestigiosi), sta a voi decidere se “rivivere” alcuni momenti magici della storia del rock può essere produttivo anche se non sono Deep Purple (in particolare nella loro incarnazione Mark IV), Jimi Hendrix, Trapeze, James Gang e Whitesnake (soprattutto quelli che “camminavano nell’ombra del blues”, ma anche il David Coverdale “solista”) a sollecitare tale tuffo nel passato.
Qualora condividiate con il sottoscritto l’idea che a “fare la differenza” sia sempre il modo in cui la lezione dei maestri viene assimilata e certe emozioni, “intramontabili”, vengono riattivate, beh, il mio consiglio è di concedere una chance a questo disco in cui un trio di musicisti esperti e spontaneamente ispirati dai “classici”, (ri)percorre con vitalità e sensibilità una strada già minuziosamente plasmata e largamente frequentata.
Tra l’altro, il “rischio” è che a causa di una sorta di “corto circuito” temporale, alcuni pezzi di “Coming home” finiscano per essere apprezzati pure da chi i suddetti modelli magari li conosce solo di “riflesso” (per esempio, gli estimatori di certi RHCP potrebbero gradire lo scalciante groove funky di "Feel” o quelli di Jack White lo shuffle “filtrato” di “Caught” …), a dimostrazione che il concetto di “moderno” è spesso piuttosto ambiguo.
Avvisando il lettore della presenza nel programma di accostamenti al gospel, di accenni Pink Floyd-iani e di “roba” riconducibile al Motown Sound, non mi rimane che ribadire con convinzione come grazie alla passionalità della voce (parecchio Glenn Hughes-esca) di Small e alla spiccata preparazione di Grönholm (chitarrista e bassista sopraffino, oltre che compositore colto e poliedrico) e Rask (un drummer di grande affidabilità), i Falcon Trails riescano a ritagliarsi uno spazio importante e credibile in un rockrama che anche quando guarda insistentemente al suo glorioso passato deve soddisfare una direttiva primaria … il valore emozionale delle canzoni, quello che in “Coming home” raggiunge livelli di tutto rispetto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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