Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. KNOW-NOTHING INGRATE
  2. ACCOMPLICE TO EVIL DEEDS
  3. ASCENSION
  4. WHEN THE MOON GOES DOWN IN BLOOD
  5. HOSTILITY AGAINST MANKIND
  6. COMPULSIVE
  7. FIT OF CARNAGE
  8. NEANDERTHAL
  9. JUDGEMENT DAY
  10. BESTIAL SAVAGERY
  11. MASS CASUALTY MURDERCIDE
  12. SPOILS OF WAR
  13. HAIR OF THE DOG (NAZARETH COVER)

Line up

  • Chris Barnes: vocals
  • Jeff Hughell: bass
  • Marco Pitruzzella: drums
  • Ray Suhy: guitars
  • Jack Owen: guitars

Voto medio utenti

E' ancora vivido nella mia memoria l'ascolto di quel pattume musicale di 'Nightmares Of The Decomposed', uscito nel 2020 e tredicesimo album dei Six Feet Under, band conosciuta da tutti per essere il gruppo di Chris Barnes (oltre ad Allen West), primo storico vocalist dei Cannibal Corpse, gruppo da lui abbandonato nel 1995 per dedicarsi completamente al "nuovo" progetto. Che la death metal band americana non abbia mai prodotto capolavori è un qualcosa di oggettivo, per quanto comunque nei suoi primi anni di vita sia stata capace di regalare comunque uscite più che buone come il debut album 'Haunted' o il successivo 'Warpath'. Cosa che però è altrettanto cristallina è il decadimento non solo a livello di songwriting, ma anche vocale dello stesso Barnes, che è iniziato quasi da subito, andando conseguentemente a colpire anche le canzoni di ogni album che poi sarebbe susseguito, uno peggio dell'altro a mio parere.

Poco tempo fra una release e la successiva, un anno o due, tempistica che per quanto sia importante per restare sul mercato (soprattutto come detto, se contiamo che la qualità delle canzoni non fosse per nulla eccezionale, e che quindi non sarebbe andata a giustificare un attesa più lunga), intervallata da un EP ogni tanto e quelle rivisitazioni a nome 'Graveyard Classic' che andavano ad omaggiare le band più famose del genere (fatevi un favore a non ascoltate nulla da ciò).



Forse dettato dalla situazione pandemica, o come spero per poter dedicare più tempo a un songwriting che aveva dimostrato tutti i punti deboli dei Six Feet Under, stavolta di anni ne sono passati quattro, e tocca a 'Killing For Revenge' cercare di smentire, o almeno di porre una pezza su quello che fu 'Nightmares of the Decomposed'. Partiamo subito col dire che QUALSIASI COSA sarebbe stata meglio di quest'ultimo, ma almeno stavolta Barnes sembra aver imparato dai suoi errori, mancando però altri punti essenziali per raggiungere una sufficienza risicata, come potete vedere dal voto dato in calce. Se da una parte ci vengono risparmiati quegli "eeeeh" ('The Rotting' per chi non si ricordasse) grazie a canzoni comunque veloci e che assolvono il loro compito come l'opener 'Know-Nothing Ingrate' o 'Judgement Day', dai riff non certo originali ma comunque efficienti, e grazie anche ad una produzione che non affossa nel mix la voce, ma rende giustizia a tutti gli strumenti e perlomeno non fa venire la voglia di interrompere dopo pochi minuti, dall'altra parte quando Barnes e soci decidono di rallentare andando più sul groove, un esempio è 'Neanderthal', la situazione torna terribilmente noiosa e non si vede l'ora di passare oltre. Come dicevo il growl di Chris non è disastroso come si poteva aspettare, ma dimenticatevi qualsivoglia presenza di carisma o altro, dato che canzoni come possono essere 'Compulsive', 'Mass Casualty Murdercide' o 'Fit Of Carnage', dai riff tra l'altro molto identici l'uno con l'altro, vengono abbastanza affossate dalla mancanza di un vocalist capace di dare energia, vigore, e che dunque passano senza ferire.

Quando si raggiunge il fondo del barile è possibile solo salire, ed effettivamente rispetto al precedente album i Six Feet Under stanno risalendo, ma purtroppo è come se questo barile sia profondo venti metri e la risalita sia stata di mezzo metro. Comunque un risultato, ma da qui a vedere un abbozzo di luce la strada è ancora lontana.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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