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Tales from the Thousand Lakes - Live at Tavastia" era uscito giusto una decina di giorni prima del loro concerto al Luppolo in Rock, e per un attimo ho pensato che gli
Amorphis lo avrebbero promosso andando a riproporlo dal vivo; invece, nell'occasione i finlandesi hanno optato per una scaletta più convenzionale.
Poco male, anche perché non è che io apprezzi particolarmente i vari tour celebrativi e successivi (e obbligatori) live album, in CD, DVD, Blu-ray, doppio vinile etc. etc., eppure l'occasione di ascoltare come gli
Amorphis di oggi avrebbero potuto tornare indietro nel tempo sino al loro secondo album, ispirato al Kalevala, il poema epico tradizionale della Finlandia, era davvero ghiotta. E a mio parere anche un'iniziativa ben riuscita, con la scaletta che segue pari pari quella del full length uscito proprio trent'anni prima, nel luglio del lontano 1994, anche se per buon peso in coda troveremo due gradite aggiunte, una direi quasi inevitabile, l'altra invece alquanto inaspettata.
Ma andiamo con ordine, il concerto si era tenuto nel 2021 al Tavastia Club di Helsinki pur senza la presenza di un vero pubblico, come già per l'altro live, "Queen of Time - Live at Tavastia", uscito l'anno scorso, e le registrazioni (audio e video) erano sinora rimaste in un cassetto in attesa di poter festeggiare il trentennale dell'uscita di "Tales from the Thousand Lakes". Si parte proprio dall'intro "
Thousand Lakes" che esonda in
"Into Hiding", dove si poteva apprezzare il salto di qualità fatto rispetto all'esordio "The Karelian Isthmus", con il Death Metal degli
Amorphis che si arricchiva di sonorità Folk, Doom e Psichedeliche e largo uso di keyboards ed organo, con
Tomi Joutsen, che ha ovviamente preso il testimone di
Tomi Koivusaari, a sfoggiare un'ottima prova vocale. Ma questo ce lo si aspettava, così come l'emozione nel riascoltare uno dietro l'altro episodi superbi come "
The Castaway" e "
Black Winter Day" (entrambi ancora oggi presenti nelle setlist degli
Amorphis) e pure l'esaltante accoppiata finale "
To Father’s Cabin" e "
Magic and Mayhem". Però, come già anticipato, non è finita qua, infatti, a seguire troviamo prima la più grezza "
Vulgar Necrolatry", cover degli Abhorrence, nei quali militava
Koivusaari prima degli Amorphis e comunque già presente su "The Karelian Isthmus" (e sull'EP "Privilege of Evil") e infine - immancabile - "
My Kantele", indiscussa canzone testamento degli
Amorphis: epicità, poesia ed energia che si incontrano e fondono, espresse compiutamente in questa, ennesima, emozionante versione.
Ricordando anche che della formazione che incise l'originale "Tales from the Thousand Lakes" mancano all'appello solo l'allora tastierista Kasper Mårtenson e il guest Ville Tuomi (Kyyria e Leningrad Cowboys) che si era preso carico delle clean vocals, e al di là delle dovute considerazioni puramente commerciali e di mero opportunismo, questo album ottiene un doppio risultato: di ricordarci quanto fondamentale sia stato questo disco, sia quanto fossero (già allora) e siano (oggi) valenti gli
Amorphis.
Tutto il resto... solo dettagli.
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