Tutto ha inizio nel 1999, quando i due fratelli Menale ( Francesco alla chitarra ed Alessandro alla batteria ) insieme a Marcello Polidori, danno vita ai Black Unicorn, combo dedito a sonorità power/speed di chiaro stampo europeo, sulla scia di acts ultra famosi come Hellowen, Blind Guardian e Stratovarius. Tra momenti di instabilità legati a problemi di line-up si arriva al 2002, anno che vede l'ingresso in pianta stabile di due persone che daranno un contributo notevole al cambio di stile dei Black Unicorn. Infatti in nuovi arrivati, Niko Usai ( alla seconda chitarra ) e Luca Delfino ( al basso ) hanno un retaggio molto più spinto verso sonorità estreme, death metal soprattutto. Tanto è vero che anche Marcello comincia a sperimentare con growl e scream vocals. Dodici mesi dopo un'altra new entry nella line-up: Chiara Barbieri alle clean vocals. La quale da la definitiva botta ai Black Unicorn, i quali cambiano il proprio monicker in Eyelash; anche le tematiche, prima fantasy, subiscono una forte virata verso connotazioni più terrene. Il demo che ci propongono riprende un mini concept, " The Internal Struggle Saga ", scritto ai tempi dei Black Unicorn, qui completamente riarrangiato con i nuovi innesti stilistici, più due pezzi nuovi di pacca, scritti quando oramai le influenze si sono ben radicate in seno alla band. Abbiamo quindi una band che suona una mistura interessante di power/speed mesciata a dosi ben calibrate di death metal, il tutto condito da una buona dose di melodia maideniana. Una sorta di piccoli Children Of Bodom, senza tastiere, ovviamente ancora molto acerbi e ingenui. I nostri infatti pagano spesso dazio a Steve Harris e soci, soprattutto nei solos di chitarra ed in alcuni midtempos, mentre gli Helloween fanno sovente capolino grazie a melodie portanti spiccatamente " happy ". Le influenze death sono di chiara scuola europea, Dark Tranquillity in primis. Il prodotto è stato registrato nella propria modestissima sala prove, quindi alle volte si hanno discrepanze tra le due voci ( quella di Chiara è troppo alta ), le chitarre torbide risultano poco incisive e poco dinamiche ( vedi alcune sfuriate death ). Anche il drumming ne esce danneggiato, con un suono dei piatti impastato. Tutti particolari poco rilevanti, in quanto i ragazzi hanno un'età giovanissima per rimediare a certi errori fisiologici. Insomma, se considerate che il cd dura ben 30 minuti, io un pensierino a questa interessante band ce lo farei subito. Promossi.
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