Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2024
Durata:52 min.
Etichetta:Art Gates Records

Tracklist

  1. REVEL{AI}TIONS
  2. SKHULDOM
  3. AESTHESIS
  4. WHEN THE TIDE ARISES
  5. MY REDEMPTION
  6. REACHING FOR THE STARS
  7. NUMBERS ARE LAW
  8. FOREVER
  9. RUNAWAY
  10. PRISONERS OF THE PAST

Line up

  • Jones: guitars, vocals (harsh)
  • Jon Koldo Tera: keyboards, vocals (backing)
  • Rafi: bass
  • Gabriel Barahona: drums
  • Víctor Hernández: vocals (lead)
  • Daedin Naikedesse: guitars

Voto medio utenti

Finalmente, al quarto tentativo, a dispetto di un artwork che sa tanto di “plasticoso” (ma, non temete, è un falso allarme), gli Orion Child sono riusciti a realizzare un disco totalmente convincente!
Aesthesis, uscito per la Art Gates Records, ci propone la classica miscela esplosiva di prog-power, imbastardita da un pizzico di melodeath e, fin qua, niente di nuovo.
Eppure stavolta, a differenza di quanto accaduto negli episodi precedenti, il combo basco riesce nell’impresa di ripulire il proprio sound da tutte quelle imperfezioni che avevano reso i lavori antecedenti a questo, troppo farraginosi e discontinui, dando vita a un album più snello e coinvolgente, ma tecnico, corposo e anche armonico, nella struttura e nelle trame musicali.
Lo stile della band si è fatto più scorrevole rispetto al passato, grazie a linee melodiche più funzionali, e inoltre, presenta molta meno carne al fuoco rispetto a quanto era nelle corde della band ai suoi inizi; ne scaturisce una fluidità sonora che rende Aesthesis, non un capolavoro, ma un disco sicuramente valido.
Gli Orion Child forgiano il loro metallo con cuore, sudore e tanta dedizione alla causa, sulle orme di bands del calibro di Symphony X, con tutte le loro varianti (DGM e Myrath in primis), dei nostri Eldritch ma, in alcuni frangenti, gli spagnoli sembrano richiamare da vicino, i primi Into Eternity (formazione in cui si è affermato il vocalist Stu Block), in modo particolare quando le trame prog incontrano partiture più death, con tanto di growl curato, come sempre, dal chitarrista Jones (all’anagrafe Oier Calvo), a cui fa da contraltare la voce pulita di Victor Hernandez.
Egregia poi la prestazione delle tastiere di Jon Koldo Tera (già nei Vhäldemar, da me soprannominati i “Gamma Ray di Spagna”), ma anche dell’altra chitarra di Daedin Naikedesse, e infine, di tutto rispetto anche il lavoro della sezione ritmica, affidata a Rafi (basso) e al nuovo drummer Gabriel Barahona.
Aesthesis è un disco che conquista gradualmente, ascolto dopo ascolto; il livello qualitativo delle 10 tracce, attraverso cui si sviluppa, si mantiene sempre piuttosto alto, raggiungendo i suoi picchi compositivi in corrispondenza di brani quali la camaleontica title-track, la spigolosa Reaching For The Stars, la trascinante Forever o la maestosa Prisoners Of The Past, che cala definitivamente il sipario di questa nuova fatica discografica.
Cosi, dopo 20 anni di dura gavetta e 3 dischi un pò confusi, che però lasciavano intravedere notevoli potenzialità, i baschi ce l’hanno fatta, finalmente e meritatamente!
Complimenti Orion Child, meglio tardi che mai!


Recensione a cura di Ettore Familiari

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