Antefatto: Conoscendo la mia passione per l’
hard-blues britannico, mi fanno ascoltare “
See you again” e di getto chiedo se si tratta di un nuovo pezzo dei Thunder … il
sorrisetto che ricevo come risposta mi fa supporre la presenza di un piccolo “tranello”, e poi a ben sentire rilevo che nonostante lo stile sia alquanto simile, quello che esce dagli altoparlanti non ricalca “pedissequamente” il suono che
Bowes, Morley & C. propugnano già da “qualche” tempo.
Ecco come ho conosciuto i
The Karma Effect e mi sono perdutamente infatuato del loro “
Promised land” tanto da farlo diventare, innanzi tutto, uno dei miei ascolti primari dell’estate 2024, per poi decidere, fatalmente, di condividere tale entusiasmo con i lettori di
Metal.it.
E allora cominciamo dicendo che la
band è londinese, ha già all’attivo un albo eponimo (pubblicato nel 2022 su TMR Rock Records) e propone una miscela davvero fresca ed euforizzante di
classic hard-rock, ereditato, oltre che dai (per l’appunto) Thunder, dai modelli primigeni Led Zeppelin, Bad Company, Little Feat e Aerosmith, trattati con un’eleganza e una vitalità parecchio “impressionanti”.
Insomma, un “signor” disco, pieno di energia e brio, perfetto per allontanare i “cattivi pensieri” e ammirare l’attitudine e la perizia di musicisti (con in testa
Henry Gottelier, davvero un eccellente
vocalist) in grado di concepire un
songwriting coinvolgente ed esporlo con grande disinvoltura e qualità.
Il tutto sfruttando ad arte un copione espressivo tutt’altro che inedito, a dimostrazione che anche senza avvalersi della pressoché irreperibile “originalità”, è possibile attivare una prepotente stimolazione sensoriale.
Esattamente ciò che succede durante l’ascolto di “
Livin' it up” e della “galeotta” “
See you again”, avvolgenti e suadenti fin dal primo contatto, intrise di quella miscela di
rock n’ roll,
blues e
soul che tanto avvince i cultori del genere, gli stessi che sono certo apprezzeranno anche gli innesti di
funk e
R&B che fungono da ulteriore propellente emotivo alla catalizzante “
Wild honey”.
Altre imponenti scosse le riserva “
All night long”, con il suo baldanzoso
groove praticamente irresistibile, mentre a tutti i
rockers dal “cuore tenero” sono dedicate “
Still falling for you” (con
Gottelier che sforna una prestazione da fare invidia allo
Steven Tyler più passionale) e la struggente ballata dalle inflessioni
sudiste denominata “
Be my salvation”.
Con la
title-track dell’opera si ritorna a frequentare scalcianti ed inebrianti territori
funky, che in “
Nine times” diventano ancor più sinuosi e adescanti.
All’appello mancano
"Come to life”, un altro
hard-blues "da manuale” e “
Better days” semplicemente splendida nella sua vivacità melodica dalle sfumature crepuscolari.
In un
rockrama affollato da “veterani”, scoprire che esistono gruppi come i
The Karma Effect, capaci di garantire magnificamente la prosecuzione della specie, è molto confortante … per fare in modo che questa capacità si realizzi e si sviluppi ulteriormente ai nostri, manca solo, dopo aver ottenuto quello dell’autorevole
Earache Records, il vostro supporto.