Lasciamo spazio alle parole di Paul, che sul suo sito, così presenta il nuovo album:
“
Paul Di’Anno’s Warhorse is my first studio project after many years of being away from the studio and not performing. I remember when we announced that we were recording an album in Croatia with, to me, completely unknown musicians, many were shocked and no one knew in which direction we would go. Warhorse exudes pure energy and reflects everything I went through while recording the album."
Così stanno le cose, il buon Paul è stato in Croazia per un pò per curarsi e lì ha incontrato dei musicisti locali perfettamente sconosciuti coi quali ha pensato bene di incidere questo nuovo lavoro che esce come un fulmine a ciel sereno. Sgombro subito il campo da ogni dubbio, io considero da sempre i primi 2 albums dei Maiden (era Paul) come inarrivabili e il successivo "The Number Of The Beast" ( con Dickinson alle vocals) come l'apice della discografia della Vergine di Ferro; in altre parole, considero Paul DI'Anno come il miglior cantante che i Maiden abbiano mai avuto, non tanto in termini di tecnica - il range canoro di Bruce Dickinson è fenomenale - quanto in termini di attitudine, cattiveria e pathos esecutivo. Le vicende coi Maiden poi sono andate come sappiamo ( e sicuramente Paul non è esente da colpe ), ma questa è acqua passata, il
Paul Di'Anno 2024 è artista rinato e questo disco rappresenta per lui un ritorno alla grandissima che rida' allo sfortunato cantante la giusta dignità dopo anni bui di malattia e lontananza dalle scene.
Vengo subito al sodo, se amate i primi 2 dischi dei Maiden in "
Warhorse" potrete ritrovarne parecchi spunti come nella cavalcata d'altri tempi "
Forever Bound" - che ricorda "
Remember Tomorrow" o nel riff portante di "
Going Home" - con uno splendido break acustico che precede il fulmineo reprise- , altrove troverete invece "semplicemente " della grandi canzoni di Metal fumante che ricorda gli '80 pur suonando moderno; la band che accompagna Paul è coesa, precisa e letale nel riffing , nei solos e nella sezione ritmica, meglio non si poteva trovare trattandosi di musicisti sconosciuti, canzoni come l'anthem della titletrack - altra cavalcata spettacolare - la coinvolgente e rock'n'roll "
Get Get Ready " dal chorus da cantare a squarciagola, la cattiva "
Go", la commovente power-ballad "
Stop The War", la priestiana "
The Doubt Within" sono macigni di grande musica Metal, persino la scelta delle 2 cover presenti ("
Precious" dei Depeche Mode con la seconda voce di Nikolina Belan e "
Tequila" dei The Champs ) risulta vincente.
E la voce del buon Paul ? Graffia ancora col suo timbro stridulo e roco donando la giusta dose di cattiveria ad un lotto di canzoni vincenti; bentornato vecchio guerriero, la tua musica è molto più credibile di tanti virtuosismi progressive e vuoti dei tuoi ex-amici ed ex band-mates.
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