Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:47 min.
Etichetta:Invictus Productions

Tracklist

  1. SHAKING GROUND
  2. STALKING THE STALKER
  3. BLACK AS GOLD
  4. LION SPELL
  5. HORIZON BETWEEN THE EYES
  6. CONJURING OTHER
  7. PAN
  8. A NEW DAWN

Line up

  • Fredrik Eytzinger: lyrics, vocals, guitars, bass
  • Árni Bergur Zoëga: vocals, guitars, bass, drums, keyboards
  • Tommie Eriksson: session solo guitars

Voto medio utenti

Mette una certa impressione pensare che “Daimon, Devil, Dawn” sia un debut album. Già, perché il livello di maturità e la cifra stilistica sfoggiati dai The Other Sun parrebbero invece riconducibili ad una realtà già esperta e navigata.
E se si parla di stile, occorre sin d’ora evidenziare che la compagine svedese ne ha da vendere.

Fautori di un sound oltremodo sfaccettato -che, per amor di chiarezza, non annovera certo il metal quale componente principale-, i Nostri compongono un affresco dalle tinte scure, malinconiche e contemplative.
Un affresco in cui un groove meditabondo e psichedelico veicola immaginari sonori occulti e polverosi; in cui influenze a cavallo tra Nick Cave, Swans, The Doors, Ennio Morricone, The Devil’s Blood e Dick Dale rinvengono un insperato punto di incontro nell’ampio alveo del revival rock.

E così, tra mantra dal sapore sciamanico, rimandi a colonne sonore anni ’70, tentazioni surf, stralunate divagazioni strumentali sospese tra suggestioni dark e country, i The Other Sun ci conducono per mano lungo un percorso sonoro colmo di fascino, benché talvolta dispersivo.

Dopo qualche ascolto, in effetti, emergono brani più ficcanti (l’iniziale “Shaking Ground”, “Horizon Between the Eyes”, “Black as Gold”) ed altri, pur validi, in cui emerge un pelo di stanchezza (“Lion Spell”, “Pan”); la qualità di “Daimon, Devil, Dawn”, tuttavia, si mantiene nel complesso alta e costante, altro pregio raro fra gli esordienti.
Ulteriore contributo alla causa giunge dalla cura per gli arrangiamenti, sì stratificati ma mai sovrabbondanti, e dai suoni, splendidamente analogici ed autentici come si conviene a release di questa natura.

Daimon, Devil, Dawn”, in definitiva, convince appieno, e pur inserendosi in un macro-filone retro / nostalgico piuttosto affollato, riesce senza patemi a distinguersi, grazie soprattutto alla poliedricità ed alla solidità del songwriting.

Se Tarantino dovesse mai tornare a dirigere un western, un pensierino alla musica dei The Other Sun farebbe bene a spenderlo…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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