Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:43 min.
Etichetta:Iron Bonehead Productions

Tracklist

  1. REVEL IN DISGUISE
  2. CESSPOOL OF VICE
  3. NEFELIBATAS
  4. L'APPEL DU VIDE
  5. MEMENTOTE
  6. MASSENMENSCH
  7. HINDSIGHT BIAS
  8. ROPE OF THE MUNDANE LOVE

Line up

  • Inmesher: guitar, drums, vocals, additional bass
  • Harbinger: bass
  • Gaarentwynder: additional guitars

Voto medio utenti

Il nome stesso del nostro glorioso portale, a voler ben vedere, non sembra lasciar spazio a chissà quali coni d’ombra interpretativi circa gli steccati entro i quali ci muoviamo. Al tempo stesso, credo che di quando in quando possa valer la pena volgere lo sguardo “altrove”, a maggior ragione se questo “altrove” si dimostra meritorio.
È il caso, almeno a mio avviso, dei Rope Sect che, pur barcamenandosi in ambiti sonori ben distanti da qualsiasi velleità metallica, mettono in mostra svariati spunti d’interesse e di contiguità col nostro mondo, perlomeno a livello concettuale e di immaginario.

Procediamo con ordine: sotto il profilo squisitamente musicale, inquadrerei “Estrangement” come una sorta di ibrido tra wave anni ’80, post-punk e dark.
Da ciò, come intuirete, discende un impianto lirico decisamente mesto, malinconico, ma non per questo privo di un pizzico di sardonica leggerezza.
Nei solchi del platter, in effetti, si assiste al dispiegarsi di una singolare dicotomia, una sorta di contrapposizione tra apparenza e sostanza. Così, un costante e malcelato senso di angoscia nervosa finisce per agitare composizioni che appaiono “facili” solo ad uno sguardo distratto.

Partendo da tali presupposti, vi consiglio di non farvi trarre in inganno dalle suadenti melodie, dai chorus memorizzabili, dalle strutture classiche cui i brani soggiacciono, dalla distorsione gentile delle chitarre e dalla morbidezza dei suoni: il carico emotivo di episodi come l’iniziale “Revel in Disguise”, “L’Appel du Vide” e la conclusiva, splendida “”Rope of the Mundane Love”, risulterà evidente a chiunque intenda dedicar loro la giusta dose di attenzione.

Questo, si badi, purché possediate la giusta dose di apertura mentale: se utilizzate “Fast as a Shark” come suoneria del cellulare, se sfoggiate la t-shirt di “British Steel” come pigiama, se alle vostre orecchie già i Lamb of God suonano come pericolosi eversori, lasciate pur perdere.
Se, invece, non disdegnate qualche saltuaria evasione dal sacro regno del metal, valutate la possibilità di compierla coi Rope Sect.
Potreste rimanere piacevolmente sorpresi.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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