All For Metal - Gods Of Metal (Year Of The Dragon)

Copertina 4,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Reigning Phoenix Music

Tracklist

  1. CRY FOR HELP
  2. GODS OF METAL
  3. YEAR OF THE DRAGON
  4. THE WAY OF THE SAMURAI
  5. TEMPLE OF SILENCE
  6. WHEN MONSTERS ROAR
  7. PATH OF THE BRAVE
  8. LIKE THOR AND LOKI
  9. VALKYRIES IN THE SKY
  10. WELCOME
  11. WHO WANTS TO LIVE FOREVER
  12. THE JOURNEY WILL NOT END

Line up

  • Florian Toma: bass
  • Leif Jensen: drums
  • Tim "Tetzel" Schmidt: vocals
  • Antonio Calanna: vocals
  • Ursula Zanichelli: guitars
  • Jasmin Pabst: guitars

Voto medio utenti

Prima di scrivere questa recensione ho dato una lettura alle parole per quello che, l'anno scorso, fu il debutto degli All For Metal, band internazionale con musicisti tedeschi ed italiani, scritte da me e al quale giudizio diedi un 6,5. Ricordo che, estrema tamarraggine a parte, c'era qualche pezzo che riusciva a risultare divertente e si lasciava sentire senza pretese. Il tutto andava certamente a discapito di un'estetica ed un attitudine oltremodo ridicola, peggio dei Manowar e di qualunque band trve metal in generale, ma qualcosa, per quanto piccola, riusciva a mio parere a salvarsi. Bene, a distanza di poco più di un anno, 'Gods Of Metal (Year Of The Dragon)' gioca su tutto un altro livello, andando a creare il disco perfetto dei cliché, irritanti e insopportabili nel genere se stra-abusati, gli dèi del metal, spade, battaglie, fiamme, re, viaggi epici, e tutto quanto vi viene in mente di buttare nel calderone.



Ciò che poteva fare la differenza sarebbe stato, almeno, un comparto musicale degno di questo nome che sarebbe andato a cercare di far guadagnare una risicata sufficienza. Invece zero, perchè a sentire i vari riff di 'The Way Of The Samurai', la piatta 'When Monsters Roar', o della Titletrack che potrebbe essere un copia incolla dei peggiori pezzi di gruppi come Dream Evil, Bloodbound e Hammerfall, la sensazione è quella di trovarsi non solo davanti a canzoni che, molto velocemente, danno l'idea di assomigliarsi tutte, ma anche di fronte ad un disco che non sa di nulla e che sembra essere stato composto con l'IA dell'ABC manowariano. Qualche luce c'è, come la voce del nostrano Antonio Calanna che su pezzi come 'Valkyries in the Sky', quando decide di non puntare troppo in alto, riesce a dare comunque una buona performance, coadiuvato da Laura Guldemond. Dall'altro lato, c'è il growl di Tim "Tetzel" Schmidt che non ha la minima personalità, e per quanto si sforzi di essere un minimo carismatico (prendo ad esempio la Titletrack), si appiattisce subito senza dare la minima emozione.

Al di fuori della proposta musicale che è quella che è, sarebbe cosa buona e giusta andare oltre questo cosplay metal, dove non si riesce a capire bene quale sia l'obiettivo finale di progetti del genere. Se far ridere e dimenticarsene dopo una settimana, o provare estremo imbarazzo e chiuderla lì. Personalmente parlando, mi trovo in mezzo fra le due, e nessuna di queste ha ovviamente risvolti positivi.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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