Nell'infinito panorama di quello che definiamo cosmic black metal esistono, ad essere schematici, due macro categorie di interpreti: chi predilige un approccio selvaggio ed oscuro e coloro i quali, invece, puntano sull'atmosfera.
Gli ucraini
Labyrinthus Stellarum appartengono alla seconda tipologia di gruppi dediti a questo genere ed il loro secondo lavoro,
"Vortex Of The Worlds", più che essere un album estremo in senso stretto, risulta, piuttosto, fortemente atmosferico e basato sull'uso "spaziale" delle tastiere le quali, anche in omaggio a certo krautrock, si prendono la scena e sono l'elemento fondamentale dei sei brani composti per l'occasione dai fratelli
Andronati.
Non mancano, ovviamente, chitarre distorte e scream violento, così come la drum machine, ma sono le melodie dei sintetizzatori, raffinate ed eleganti, a condurci per mano attraverso le stelle in un viaggio che, seppur non originale, risulta però piacevole per la buona qualità del songwriting e per la capacità di arrangiamento che, furbamente, rende il suono di
"Vortex Of The Worlds" accessibile ad un pubblico più vasto di quello che potrebbe apprezzare un "classico" album di black metal, sebbene, la cosa va sottolineate, i
Labyrinthus Stellarum non si possano certamente ritenere commerciali.
Se, dunque, siete appassionati di saghe interstellari e se, soprattutto, apprezzate il suono di gruppi come i Mesarthim (certamente quelli più vicini ai nostri), non faticherete ad apprezzare questo album e vi abbandonerete ai suoi immensi spazi perdendovi, di certo, nei vostri pensieri più profondi.
Vi auguro buon viaggio...
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