Ma guarda là che, dopo tanti dispiaceri artistici, la bellissima e bravissima
Charlotte Wessels finalmente è tornata a fare quello che le riesce meglio, ossia fondere le sue velleità da cantautrice con atmosfere cariche, variegate quanto più possibile, spesso viranti nei territori di un metal molto ribassato e groovoso, per poi improvvisamente aprirsi a sussurri acustici, tamburelli e dolci flauti, prima di ricominciare a pestare con una cattiveria che non abbiamo forse mai sentito da queste parti.
Tutto questo, e molto di più, è "
The Obsession", nuova fatica della cantante olandese, che si avvale del preziosissimo contributo di ottimi musicisti, alcuni dei quali suoi ex-compagni proprio nei Delain, tra i quali spiccano le chitarre ora dolci ora spaccatutto di
Timo Somers, recentemente visto fare un figurone live con Ayreon. Un paio di guest tutte al femminile, ossia
Simone Simons e
Alissa White-Gluz (quest'ultima su una canzone scritta sulle meravigliose parole di una poesia di Percy Shelley), non fanno che arricchire un piatto che, stavolta sì, risulta ricco, interessante, mai monotono, moderno nelle intenzioni e prodotto come dio comanda.
Highlights: "
Chasing Sunsets", "
Dopamine" (al netto di un video brutto/bello), la dolce "
Soulstice" dove Charlotte si traveste da Bjork. Ma le belle canzoni in questo album non mancano davvero, ed è mio dovere, dopo averla stroncata pesantemente in passato, riconoscere la grande crescita e la bontà artistica di un prodotto che non manca di niente per essere considerato un grande album autoriale. Brava Charlotte.
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