Witching Altar - Graveyard Thunder (Split with BOTTOMLESS

Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:20 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. BOTTOMLESS - BURNING OF THE VAMPIRE
  2. BOTTOMLESS - LIGHTNING IN THE REALMS OF DEATH
  3. BOTTOMLESS - SHADOWS CALL
  4. WITCHING ALTAR - THE SADNESS
  5. WITCHING ALTAR - SILENCE AT THE CROSS
  6. WITCHING ALTAR - THE CRYPTS BELOW

Line up

  • Peter Vitus: guitars
  • T. Witchlover: vocals, bass

Voto medio utenti

Il magico mondo dell'underground ha usanze e costumi differenti dal mondo mainstream e tra le varie differenze, c'è pure la pubblicazione degli Split album. Solitamente parliamo di un vinile nel quale due band (o più) si dividono più o meno equamente i due lati.
Nella galassia del Doom Metal (quindi includendo pure lo Stoner o lo Sludge), la nostrana Heavy Psych Sound si è data alla pazza gioia con queste pubblicazioni, andando anche a suggellare certe "Fratellanze" come i 1792 con gli Acid Mammoth tra i tanti), ma questo giro è il turno della rinomata Dying Victims Productions.

Asse Brasile-Italia questa volta, con il lato a preso in possesso dai nostrani Bottomless e il lato b nei cui solchi si annidano i Witching Altar.
I Bottomless, dopo il recente cambio di formaziome che ha visto l'uscita di Sara Bianchin dei Messa in favore di Laura Nardelli degli Askesis, presentano una tripletta di pezzi sulfurei e dal soffocante sapore di zolfo che sembrano provenire da una jam session fatta in chissà qualche catacomba sperduta...

Se il secondo album verteva più su soluzioni Hard & Heavy donando più dinamicità, ma al tempo stesso perdendo un po' del fascino oscuro dell'esordio, qui si torna a macinare riffoni lenti e pesanti con un non so che di Paul Chain tra le righe ("Burning The Vampire" ci sarebbe stata divinamente su un "In The Darkness" a caso), con tre pezzi di alto livello che dovrebbero insegnare come fare Doom Metal classico nel 2024, mantenendo tutto il fascino sulfureo del genere, ma senza copiare (male) a destra e manca da questo o quel classico.

Per i Brasiliani spiace dirlo invece, ma il risultato è decisamente più anonimo e scolastico. Ma poi ci pensa la conclusiva "The Crypts Below" a salvare in calcio d'angolo il lato dei brasiliani, con un piccolo gioiello di Metal opprimente e soffocante, con quell'andatura mantrica dei riffs ed in generale un lavoro dietro ai vari strumenti che è sì semplice, ma davvero molto efficace.
Uscita per i fans più duri e puri del genere, ha il pregio di aumentare il carniere delle rispettive band con delle chicche da suonare dal vivo.

Recensione a cura di Seba Dall

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