Il magico mondo dell'underground ha usanze e costumi differenti dal mondo mainstream e tra le varie differenze, c'è pure la pubblicazione degli Split album. Solitamente parliamo di un vinile nel quale due band (o più) si dividono più o meno equamente i due lati.
Nella galassia del Doom Metal (quindi includendo pure lo Stoner o lo Sludge), la nostrana
Heavy Psych Sound si è data alla pazza gioia con queste pubblicazioni, andando anche a suggellare certe "Fratellanze" come i
1792 con gli
Acid Mammoth tra i tanti), ma questo giro è il turno della rinomata
Dying Victims Productions.
Asse Brasile-Italia questa volta, con il lato a preso in possesso dai nostrani
Bottomless e il lato b nei cui solchi si annidano i
Witching Altar.
I
Bottomless, dopo il recente cambio di formaziome che ha visto l'uscita di
Sara Bianchin dei
Messa in favore di
Laura Nardelli degli
Askesis, presentano una tripletta di pezzi sulfurei e dal soffocante sapore di zolfo che sembrano provenire da una jam session fatta in chissà qualche catacomba sperduta...
Se il
secondo album verteva più su soluzioni Hard & Heavy donando più dinamicità, ma al tempo stesso perdendo un po' del
fascino oscuro dell'esordio, qui si torna a macinare riffoni lenti e pesanti con un non so che di
Paul Chain tra le righe ("
Burning The Vampire" ci sarebbe stata divinamente su un "
In The Darkness" a caso), con tre pezzi di alto livello che dovrebbero insegnare come fare Doom Metal classico nel 2024, mantenendo tutto il fascino sulfureo del genere, ma senza copiare (male) a destra e manca da questo o quel classico.
Per i Brasiliani spiace dirlo invece, ma il risultato è decisamente più anonimo e scolastico. Ma poi ci pensa la conclusiva "
The Crypts Below" a salvare in calcio d'angolo il lato dei brasiliani, con un piccolo gioiello di Metal opprimente e soffocante, con quell'andatura mantrica dei riffs ed in generale un lavoro dietro ai vari strumenti che è sì semplice, ma davvero molto efficace.
Uscita per i fans più duri e puri del genere, ha il pregio di aumentare il carniere delle rispettive band con delle chicche da suonare dal vivo.
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