Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:35 min.
Etichetta:Bollmora Rekords

Tracklist

  1. ROCK ‘N’ ROLL CHURCH
  2. SCHOOLGIRL
  3. DEMOLITION BOY
  4. THE LONG DRINK
  5. HOMETOWN
  6. AIN’T HAPPY
  7. HELL’S KITCHEN
  8. HUMAN RACE
  9. BABY SAID
  10. NOT ME
  11. I’M SORRY

Line up

  • Olle Hillborg: vocals, harmonica
  • Jonas Petersson: guitar
  • Danne Lagerstedt: guitar
  • Lars Skoglund: bass
  • Anders Bentell: drums
  • Stevie Klasson: guest on guitar on track #1, #5, #9, #11
  • Linus Björklund: guest on guitar on track #3
  • Magnus Hedlund: guest on guitar on track #5-6, #8-10

Voto medio utenti

Ammettiamolo … non sempre le “riapparizioni” sulla scena delle cosiddette cult-band sono all’altezza delle loro passate (e travagliate) vicende artistiche, e spesso tali ritorni si limitano a isolate “rimpatriate”, a cui si finisce per non dare un concreto seguito.
Ebbene, non è questo il caso dei Glorious Bankrobbers, street-rockers svedesi con le radici negli anni ottanta e ritornati in azione discografica, dopo un’apparizione nei primi anni duemila, nel 2023 con il convincente “Back on the road”.
A distanza di un anno abbondante, ecco che “Rock ’n’ roll church” arriva a confermare quanto la formazione scandinava abbia intenzioni “serie” e il suo rientro non fosse un semplice raduno di “gloriosi rapinatori di banche” in vena di celebrazioni.
Il disco è ancora una volta condensato di rock n’ roll stradaiolo inebriante e trascinante, forse addirittura più agile e disinvolto di quello contenuto nel suo predecessore, a testimonianza di una vivacità espressiva che già rilevante, aveva verosimilmente bisogno di un pizzico di ulteriore “rodaggio”.
Un sound “classico”, ereditato da Rolling Stones, Sweet, T-Rex, Hanoi Rocks e Aerosmith, trattato con vibrante dinamismo e spiccata ispirazione, elementi in grado di mantenere viva la passione per un genere che nelle mani giuste sa ancora essere parecchio ricreativo e coinvolgente.
Nel programma troverete tanta glitterata attrattiva (“Rock ‘n’ roll church”, “Schoolgirl”, "Hell’s kitchen” e "Baby said”, omaggi ai Maestri David Bowie e Marc Bolan, ma anche una “Human race” dall’approccio leggermente più “moderno”, alla Suede), vibranti scatti hard n’ roll (“Demolition boy”), blues metropolitani e vagabondi (“The long drink”, l’elegiaca "Hometown” e la sudistaI’m sorry”), scampoli psichedelici (la magnetica "Ain’t happy”) e anche “roba” più tipicamente hard-rock ("Not me”), il tutto gestito con naturalezza e reso pienamente credibile grazie al dono innato dell’incisività nel songwriting.
In conclusione non mi rimane che convocare tutti i fedeli del rock n’ roll alla nuova liturgia sonora officiata dai Glorious Bankrobbers … una volta aderito all’appello, sono certo non sarà difficile rendersi conto che si tratta senza dubbio di una “cosa buona e giusta”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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