Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. END OF DAYS
  2. UNFORGIVABLE
  3. WHEN WE WERE KINGS
  4. BETRAYED BY LOVE
  5. LOVES SYMPHONY
  6. TRINITY
  7. RHYME OF TIME
  8. RAPTURED
  9. GRATEFUL
  10. DIVIDED BY DESIGN
  11. IMPERFECT WORLD

Line up

  • Robert Sweet: drums
  • Oz Fox: guitars
  • Michael Sweet: vocals, guitars
  • Perry Richardson: bass

Voto medio utenti

E' dal 2009, anno di uscita del bellissimo "Murder by Pride", ammazzato da una produzione indecorosa, che gli Stryper escono regolarmente sul mercato ogni due anni con un nuovo album di inediti, accompagnati ulteriormente talvolta da raccolte, ri-registrazioni o live vari, peraltro con copertine quasi tutte uguali, persino nei colori, che vi sfido a riconoscere a botta sicura con uno sguardo.

Nel 2024 è la volta di "When We Were Kings", quindicesimo album in studio della band di Michael Sweet, e chissà se quando l'hanno partorito hanno pensato ai tempi di "Soldiers Under Command" o "To Hell with the Devil", quando negli anni '80 erano davvero i re del metal (non solo cristiano) e negli Stati Uniti riempivano le arene, prima di decadere velocemente a livello di popolarità anche a causa di una titanica pausa di quindici anni passati tra lo snobbato "Against the Law" ed il mediocre "Reborn" del 2005, peraltro davvero unico passo totalmente falso della loro carriera.

Poi dal 2009 in poi praticamente una seconda giovinezza con album tutti più o meno belli, dallo splendido "No More Hell to Pay" al fin troppo estremo "Fallen", ma in ogni caso gli Stryper, ed in particolar modo Michael Sweet, perfomer davvero sottovalutato sia come chitarrista sia come cantante, sono stati davvero baciati dal dono di una seconda giovinezza.

Non fa eccezione il nuovo disco che, a parte una migliore produzione ed una scelta più moderata dei suoni come sempre ad opera di Sweet, percorre in maniera a dir poco lineare ma positiva la linea compositiva della band californiana, fatta di riff semplici ma efficaci, ottime linee vocali, cori davvero curati e la voce strepitosa di Sweet che, se non fosse per la natura cristiana degli Stryper, oseremmo dire che abbia sicuramente stretto un patto con il diavolo, visto il suo invidabile stato di forma ad oltre 60 anni e con diversi problemi di salute risalenti al 2023.

Praticamente, come si diceva proprio negli anni '80, "all killers no fillers" ed infatti il tasto skip dello stereo (o il tap sullo smartphone se ahimè siete soliti ascoltare musica in questo modo svilente) rimane del tutto intoccato, undici brani tutti validi, variegati tra loro, tra pezzi più up-tempos e frizzanti ad altri più lenti ed anthemici, come la bellissima title track e l'immancabile semi-ballad come sempre esaltata dalla voce di Sweet.

"Trinity", l'opener "End of Days", la rocciosa "Unforgivable", la drammatica "Rhyme of Time", la già citata title track... non c'è davvero nulla da saltare qui dentro, giusto la stradaiola "Raptured" che però si riprende subito dal bridge non fa impazzire, e gli Stryper ci consegnano forse il disco migliore dell'era Frontiers, inaugurata alla grande nel 2013 che ancora oggi perdura in maniera scintillante, fin dalla copertina che - come al solito - per chi è credente rappresenta un piccolo valore in più.

Bellissimi ed eterni.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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