Tornano gli
Athena, sì, quelli di "
A New Religion?", disco che nel 1998 fece gridare la scena musicale italica (e non solo) al miracolo. Ma la band subisce la dipartita musicale di
Fabio Lione, che veleggia verso Labyrinth e Vision Divine e Rhapsody, e nel 2001 il progetto viene messo a nanna. Adesso, ben 23 anni dopo, la line-up originale si riunisce, si rifà il look e dà vita a questo "
Everflow Part 1: Frames Of Humanity".
Sin dal titolo potrete intuire che trattasi di un concept sci-fi (la direzione delle lyrics non mi ha chiarito perfettamente la trama, ma tant'è). Quello che sorprende è come gli Athena, adesso Athena XIX, si siano rifatti il look. Quello che troverete qui dentro è power/prog molto contaminato, elettronico, mai banale e poco spesso 'dritto'. Fabio Lione gioca a fare il Roy Khan sponda Conception in più di una situazione (penso alla opener "
Frames of Humanity"), tanto che ad un certo punto il summenzionato Roy Khan si materializza davvero, come guest su "
I Wish". Quello che più colpisce qui però è l'enorme perizia strumentale della band, e l'ottimo lavoro di una produzione che avrebbe potuto distruggere tutto o esaltarlo, e che per fortuna prende la seconda strada.
Non aspettatevi un disco di facile fruizione, non lo è; non fatevi abbindolare dal passato della band, è diverso; non cascate nel paragone con gli altri gruppi di Lione, questo disco suona completamente diverso. Ma, ecco, se proprio dovessi darvi un consiglio, vi direi di prendervi tutto il tempo che vi serve: "Everflow Part 1: Frames Of Humanity" è un disco difficile, e qui risiede la sua bellezza; non vi aprirà le porte al primo bussare, ma quando finalmente si concederà, scoprirete un album davvero inaspettato.
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