Con ben tre album nell’arco di soli quattro anni, i modenesi
Stranger Vision si confermano una delle realtà italiane più prolifiche ed interessanti dell’ultimo periodo.
Li avevamo lasciati nel 2022 con l’album "
Wasteland" per ritrovarli, oggi, con un nuovo concept che stavolta guarda ad uno dei classici della letteratura tedesca, una delle opere più studiate ed influenti degli ultimi due secoli: il
Faust di Goethe.
Questo nuovo lavoro, che come si capisce dal sottotitolo è solo una prima parte di un concept ancora più ampio, presenta di nuovo tutti gli elementi tipici della band emiliana, un power metal deciso e sicuro che fa da supporto a testi con una forte connotazione letteraria. E qui, ancora di più che in passato, l’album è immaginato come un vero e proprio racconto, quasi una metal opera, basata sul lavoro di Goethe.
A livello musicale tutti i brani convincono per la loro struttura e gli arrangiamenti, non da meno i brani strumentali utilizzati per lo più non solo come intro alle canzoni, ma per rendere le atmosfere e i toni drammatici e solenni del racconto. Si fa notare da subito una naturale evoluzione musicale della band, infatti quelle che in "Wasteland" erano delle incursioni nel prog qui diventano delle vere e proprie digressioni nella composizione, digressioni che non appesantiscono bensì arricchiscono ogni brano. E a sottolineare come gli Stranger Vision abbiano guardato anche verso il prog nella direzione musicale dell’album, in “
Nothing Really Matters” arriva la collaborazione con una delle icone mondiali del genere,
James LaBrie.
Il risultato finale che ci viene presentato in questo nuovo lavoro è quello di un ottimo album, che ci fa sperare in un ulteriore passo avanti nella seconda parte del concept.
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