Gli
Sweet sono stati tra i principali precursori del Glam Rock che poi una decina d'anni dopo avrebbe trovato la sua massima espressione decadente e perversa nei boulevard losangelini, ma i primi a truccarsi gli occhi, ad assumere movenze ambigue, a usare falsetti e soprattutto a miscelare rock con il proto metal furono appunto i componenti della succitata band di Londra.
Chi di voi non ha sentito almeno una volta capolavori del glam rock come "
Fox On The Run" (ripresa tra gli altri da Ace Frehley), "
Ballroom Blitz", "
Wig Wam Bam" o "
Love Is Like Oxygene"?
Con grande sorpresa - e soddisfazione - ho quindi accolto l'uscita del nuovo album di questa iconica band, che dimostra la grande vitalità di Andy Scott ( praticamente l'unico superstite in attività della lineup originale) che si presenta coi nuovi compagni di viaggio Adam Booth alla batteria, Paul Manzi (ex Cats In Space e già negli Sweet nel 2014 ) alla voce, Lee Small al basso e Tom Cory alle tastiere, tutti vecchi leoni del mondo Rock.
Ma come suona il nuovo
"Full Circle"? E' un ritorno alle sonorità Glam del passato? E' un album che invece sperimenta nuove sonorità? Diciamo subito che la matrice Glam è presente solo in parte in alcune canzoni soprattutto nell'uso dei cori e nelle armonie vocali, mentre invece ciò che emerge prepotentemente sono le influenze melodic hard-rock/AOR enfatizzate dalla splendida voce di Manzi che calza perfettamente sia nelle ballads ("
Everything", "Defender") che nei brani più elettrici ("
Destination Hannover",
"Fire In My Heart", "Circus").
Melodia e pennate hard rock sono gli ingredienti di una ricetta vincente che rende frizzante, energico ed attuale il songrwiting di una band che calca i palchi da 55 anni. Classe, passione e mestiere rendono "
Full Circle" una delle migliori uscite di questo fine 2024 in ambito melodic-rock.
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