Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Folivora Records

Tracklist

  1. I'LL BE RISING
  2. STANDING IN THE FIRE
  3. WAIT AND SEE
  4. NO LOVE HERE
  5. FADE (INTO THE NIGHT)
  6. GONE AWAY
  7. THESE COLD HANDS
  8. BLEED ME DRY

Line up

  • Luc Bourgeois: vocals, guitar, keyboards
  • Shawn Rice: guitar, keyboards, backing vocals
  • Maxime Moisan: bass
  • Dominic Gaumond: drums

Voto medio utenti

Lo sapevo che il Canada non poteva deludermi … dopo avermi garantito ampie soddisfazioni uditive in svariate declinazioni della Musica, oggi tocca all’heavy-rock dei Sandveiss (denominazione ispirata a Ellen Sandweiss, una delle attrici preferite di Sam Raimi …) confermare la tesi che da quelle parti le cose si fanno per bene e che non ci si accontenta di adeguarsi pedissequamente alle codificate convenzioni di genere.
Stand in the fire”, terzo full-length del quartetto di Quebec City, si rivela, infatti, un peculiare rappresentante del settore, di certo non “rivoluzionario”, eppure capace di distinguersi grazie ad un’intelligente rielaborazione dei sacri dogmi e ad una gestione delle melodie piuttosto incisiva e variegata.
Un sound che, edificato sugli imprescindibili insegnamenti di Black Sabbath e Kyuss, riesce ad inglobare nelle sue fibre barlumi di Mastodon, Rush, The Sword e Grand Magus, il tutto senza eccessi ispirativi e senza perdere di vista intensità e affabilità.
Caratteristiche e suggestioni che ritroviamo immediatamente nella pulsante ed evocativa openerI'll be rising” e che vengono, se possibile, ulteriormente esaltate nell’istantaneità della title-track dell’opera, un anthem da consigliare anche agli estimatori degli ultimi Green Lung.
Wait and see” scurisce i toni e si presenta in maniera leggermente più manierata delle canzoni precedenti e sebbene i Sandveiss dimostrino di sapersi districare con disinvoltura e perizia anche in tale contesto, tocca a “No love here”, con il suo clima liquido e melodrammatico riprendere ad attirare pienamente l’attenzione dell’astante, catturato altresì dai riverberi iridescenti e adescanti di “Fade (into the night)” e dall’afflato solenne di “Gone away”, dai contorni espressivi non lontanissimi da certi Warlord.
La vibrante e “cosmica” “These cold hands” e il monolite stonerBleed me dry” esauriscono la scaletta di un disco piuttosto intrigante, da promuovere mentre si attende la completa maturazione artistica di una band già sulla strada giusta … Canada strikes back!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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