Un bel disco!
Il secondo capitolo degli svedesi
Gauntlet Rule, intitolato
After The Kill e uscito per la label spagnola
Fighter Records è, sin dall’iniziale
Usurper, un assalto sonoro senza mezzi termini, che lascia poco spazio all’immaginazione e che, a forza di fragorosi schiaffoni metallici, risveglia l’ascoltatore dal torpore della realtà circostante.
Lo stile della band, guidata dai chitarristi
Kjetil Lynghaug e
Rogga Johansson (già membro di una miriade di band, tra cui,
Paganizer ed ex-
Massacre), è caratterizzato da un feroce heavy metal di stampo prevalentemente classico, a tinte power e con qualche spruzzata di thrash e doom, la cui aggressività, viene messa in risalto, non solo dalle chitarre particolarmente incisive dei suddetti musicisti, ma anche dalla voce ruvida di
Teddy Möller (già nei
Loch Vostok e nei
Wuthering Heights) e da una sezione ritmica sempre solida, affidata a
Peter Svensson (basso) e
Marcus Rosenkvist (batteria).
After The Kill è inoltre un lavoro pieno zeppo di trame melodiche curate e coinvolgenti, spesso rafforzate da assoli o riffs che si muovono di conseguenza e che non vengono minimamente offuscate dall’irruenza delle composizioni ma, in qualche modo, le arricchiscono, con le loro armonie efficaci.
Il disco si muove prevalentemente lungo coordinate heavy-power, snodandosi tra brani arrembanti (
Bite The Hand That Feels,
The Zero Crag,
The Night Wind), taglienti (
Vengeance,
Drumhead Trial, o la conclusiva
The Scythe), ed altri dal sapore più maestoso (
Execption To The Rule,
Empire Maker, oppure la stessa title-track), riuscendo a risultare, in ogni momento, piacevole e, a conti fatti, riuscito.
Forse, l’unica pecca di questo album è da ricercare nel vocione cavernoso del buon
Teddy Möller che, soprattutto dal punto di vista dell’estensione vocale, mostra dei limiti abbastanza evidenti, tuttavia, il suo timbro si dimostra sempre graffiante.
Tirando le somme, i
Gauntlet Rule si rivelano una realtà molto interessante, formata da musicisti navigati (e si sente!) che però, conservano ancora quel sano entusiasmo degli esordi e riescono, con questo
After The Kill, a regalarci un album decisamente valido; melodico, ma mai zuccheroso, spigoloso ma, al tempo stesso, sempre estremamente musicale.
Davvero bravi!
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