Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:non disponibile
Etichetta:Sleeping Church Records

Tracklist

  1. RIDE THE LEVIATHANS
  2. CRAWLING END
  3. TO THE SOLAR SYSTEM
  4. CASTLE MADE OF CORPSES
  5. THE TECHNOSORCERER
  6. FLAMES OF SAGITARIUS
  7. THE DYING EARTH

Line up

  • Guyome: drums
  • Opyat: guitars
  • Bottleben: vocals
  • Hemreich: bass
  • Pierre: guitars

Voto medio utenti

Di tutto si può dire sui The Bottle Doom Lazy Band, ma certo che non amino prendersi il loro tempo. Nati nel 2005, il loro primo album arriva nel 2008, ma dovranno passarne ben sette prima del secondo, e quasi dieci prima di sentire questo nuovo 'Clans Of The Alphane Moon'. Un lasso di tempo molto lungo, e nel quale difficilmente si riesce a farsi ricordare dalla massa, se non per lavori veramente eccezionali capaci di lasciare il segno. Ma dubito che questi importi molto alla band che, forte comunque di una ristretta fanbase, capace di attendere, ha lavorato fino all'ultimo dettaglio per questa nuova uscita (forse esagerando), ma dando nonostante tutto un lavoro degno di ascolto e che prosegue idealmente lo stesso percorso iniziato con i due precedenti. Confermato l'accordo con la Sleeping Church Records, le influenze sulle quali i cinque se la giocano nuovamente rimangono le stesse: un nettissimo richiamo ai Black Sabbath dei primi anni, Reverend Bizarre, riff dal forte sapore ipnotico alla Saint Vitus, e una forte impronta stoner debitrice agli Electric Wizard.

C'è pane per i denti per gli amanti di queste sonorità, ed effetivamente 'Clans Of The Alphane Moon' riesce nell'obiettivo di accontentare tutti, pur non arrivando a livelli eccelsi. In questo caso, la durata del full length è portata a livelli abbastanza alti, ben venti minuti in più rispetto al precedente 'Lost 'n' Drunk', grazie anche a pezzi come 'The Technosorcerer' o 'Castle Made of Corpses' che superano i dieci minuti, ma che non sono effettivamente loro il problema. I dubbi sono rappresentati dalle altre canzoni presenti, prendo una 'The Dying Earth' che poteva essere senza dubbio sforbiciata, e di molto, o a una 'Ride the Leviathans', lenta nel suo incedere e veloce nella parte centrale, ma che sulla finen si ripete ossessivamente senza portare da nessuna parte per due minuti buoni. L'atmosfera che si respira è quella di essere persi nello spazio, in balia del nulla assoluto, e di questo se ne deve rendere conto al gruppo, che dalla sua ha del talento, ma che spesso si perde in un bicchier d'acqua. E per un gruppo di musicisti che fa uscire un album con una cadenza così dilatata diciamo non è il massimo.

'Clans Of The Alphane Moon' riesce a portarsi a casa un voto più che sufficiente, ma dispiace che non possa raggiungere qualcosa di più a causa di minutaggio eccessivo qua e là che va a rompere, anche un po' annoiando, tutto ciò che era stato creato prima. Aldilà di queste piccole cose, un album sicuramente da recuperare.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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