I
Sound Delivery suonano
hard-rock “classico”, quello fieramente screziato di
blues, ma il loro debutto eponimo non risulta per niente “stantio” e questo grazie ad un lavoro assai accurato nelle costruzioni armoniche, tanto convenzionali negli “ingredienti” fondamentali quanto attraenti nella loro combinazione e coinvolgenti negli effetti sensoriali.
Come spesso mi accade in casi analoghi, attribuisco tali qualità ad un misto di cultura e istinto, una “roba” che non è tanto scontata per dei debuttanti, nemmeno se non proprio dei novellini (si tratta di musicisti singolarmente piuttosto navigati) e parte integrante della trionfale espansione scandinava perpetrata già da un po’ all’interno dei confini del settore.
I tre svedesi dimostrano che con idee e classe un
sound ispirato dalla grande tradizione del
rock n’ roll può ancora essere parecchio efficace, capace di alternare con apprezzabile sapienza “ruvidezza”, versatilità melodica e
pathos, proprio come hanno “insegnato” i
Maestri del genere.
“
Cry wolf” è un ottimo modo per sintonizzarsi immediatamente sull’approccio espressivo dei
Sound Delivery … pilotato dalla voce squillante di
Jack L. Stroem (Squared, Lancer, … qui anche duttile e brillante chitarrista) il brano pulsa di elettricità e conquista l’astante appassionato modulando arrembanti accelerazioni e pause avvolgenti in maniera parecchio incisiva.
Con “
How long?” il clima di “
Sound delivery” diventa più
fricchettone senza perdere d’intensità, per poi incupirsi nelle trame suadenti di “
Just like fire” e acquisire ulteriori dosi di turbamento emotivo in “
Live, love, laugh”, una ballata fumosa e ammaliante da consigliare agli animi sensibili e tormentati.
L’andamento sincopato e
soulful di “
More” piacerà soprattutto agli estimatori dei Deep Purple e Trapeze, e se la successiva “
Cold heart”, su coordinate musicali sostanzialmente analoghe, non convince appieno, “
Voices from the sky” risolleva prontamente il livello della raccolta, raccordando Whitesnake e certi Triumph con innato buongusto melodico.
Particolare, poi, il modo con cui il trio decide di sostenere la cangiante “
Constrained” con pulsazioni ritmiche quasi
dark-wave, mentre “
It’s dark down below”, con il suo
groove ombroso e irrequieto, è verosimilmente il “pezzo forte” di un albo che anche nella
bonus-track “
Life ain’t always fair” inocula piccoli scampoli d’estrosità all’interno di una materia sonora molto rigorosa e ortodossa.
Non ancora pronti ad inserirsi con “prepotenza” nella limitata schiera delle formazioni capaci di rileggere in maniera veramente costruttiva le radici del
Rock, i
Sound Delivery rappresentano una “promessa” su cui decidere di scommettere non è per nulla un azzardo
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