Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:42 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. SCREAMING DEMON
  2. THE NEW UNITY
  3. ROCK THIS CITY
  4. ADRENALINE
  5. LOVE THING STEALER
  6. LET’S GET NUTS
  7. THRILL AND A KISS
  8. WE ALL NEED THE MONEY
  9. HELL YEAH
  10. MILLIONAIRE BLUES
  11. SIRENS
  12. ONLY LOVE CAN HURT LIKE THIS

Line up

  • Marc Storace: vocals
  • Dom Favez: guitar
  • Serge Christen: guitar
  • Patrick Aeby: drums
  • Emi Meyer: bass

Voto medio utenti

Pur riconoscendone il valore “storico” e artistico, non sono mai stato un fan sfegatato dei Krokus, che alle mie orecchie hanno sempre suonato come un eccessivamente “sfacciato” atto di venerazione nei confronti degli AC / DC.
Energia, competenza e buone dosi di feeling, il tutto consacrato però ad un modello che ha fatto dell’intransigenza espressiva la sua “bandiera”, hanno fatalmente limitato la mia ammirazione nei confronti degli svizzeri, capaci tuttavia, a differenza di tanti altri “devoti”, di variare leggermente, nel tempo, il proprio canovaccio ispirativo (apprezzabile, ad esempio, la svolta melodica di “The blitz”).
Ciò detto, considero Marc Storace, voce degli elvetici, un eccellente rappresentante della fonazione modulata, dal timbro ruvido ed espressivo, in grado di evocare senza risvolti caricaturali l’effige indimenticabile del leggendario Bon Scott.
Tante parole per inquadrare l’approccio, titubante e guardingo, con cui mi apprestavo a valutare “Crossfire”, il secondo albo degli Storace, il progetto “solista” del vocalist di origine maltese.
Ebbene, in maniera non particolarmente “sorprendente”, siamo di fronte ad un prodotto sonoro riservato ancora una volta essenzialmente a chi considera l’hard-rock anthemico e abrasivo di una nota formazione scozzese / australiana la propria “religione”, ma allo stesso tempo non mi sento di definire l’opera un calderone di scrupolose “scontatezze”, in virtù di un’urgenza espressiva abbastanza rara per dei veterani di questo calibro.
Come anticipato, la fonte ispirativa primaria è ampiamente confermata, ma se, per esempio, nutrite al contempo una spiccata predilezione per i Def Leppard (quelli di “Pyromania”, in particolare), tra questi solchi troverete anche rimandi all’innata capacità dei britannici nel mescolare aggressività e immediatezza.
In mezzo a svariati inni dalle peculiarità molto “familiari” e non per questo poco coinvolgenti (“Screaming demon”, "Rock this city”, “Millionaire blues”), si collocano così pezzi più “subdoli” e vagamente elettronici (“Adrenaline”, l’ombrosa e poderosa ”Sirens”), sconfinamenti di natura sleaze ("Thrill and a kiss”, qualcosa tra Kix e Britny Fox), fino ad arrivare al melodramma dagli accenti sixties (“Only love can hurt like this”), a testimonianza della ricca cultura musicale e della duttilità di un cantante che non è “solo” uno shouter.
Altrove (“Love thing stealer”, "Let’s get nuts“, “We all need the money”, “Hell yeah”) la “dipendenza” diventa fin troppo appariscente e anche se non dubito dell’efficacia dei brani in un contesto live, se “consumato” in ambito discografico, si tratta di materiale sonico decisamente meno attraente.
Crossfire” è un album fatalmente “tradizionalista”, che riflette la corposa storia di Marc Storace e lo pone tra quegli artisti che, con coerenza e adeguate dosi di vitalità, continuano a proporre la “loro” visione del rock n’ roll, rigorosa e per certi versi “semplice”, ma di certo non fastidiosamente “semplicistica”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.