I trentini giungono al terzo lavoro, un album che profuma totalmente di anni 80.
Qui se siete orfani di un certo modo di intendere l’heavy metal, dove la cosiddetta “divisa” del metallaro era il dualismo denim & leather con borchie e soprattutto imperava il colore nero qui troverete pane per i vostri denti.
Si attacca subito con la speed metal song “
Breaking the spell”; riff a grattuggia come se piovesse, batteria impostata in modalità veloce e la voce della frontwoman
Laura Coller che aggredisce il microfono.
Ma non è tutto rose e fiore perché la vocalist nostrana si concede anche due stecche nel brano seguente “
Buio omega” ispirato all’omonimo film del compianto
Joe D’Amato degli eighties.
Ma non si corre solamente, perché si percepisce profumo priestiano nella settima traccia “
Nightmare city” dove i cori nel chorus la fanno da padrone e le chitarre sono taglienti come rasoi.
C’è anche una bella rilettura sul tema dell’horror diretto da
Don Coscarelli “
Phantasm 6”, che già avevano citato i mitici
Entombed sul loro debutto “
Left Hand Path” del 1990.
Ritorno non male nonostante qualche imprecisione ma l’attitudine verace colma la lacuna, per chi ha fame dell’inossidabile metallo ottantiano fatelo vostro.
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