Deadly Magic - ... As Nightmares Gorged the Earth

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:24 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. ANOTHER I BECKONS
  2. DEADLY MAGIC
  3. WHEN THE WORLD STOOD STILL
  4. IT ENDS WHERE IT BEGAN

Line up

  • Alexis Roy-Petit: vocals
  • Maik Jegszenties: guitars
  • Thorben Schulz: guitars
  • Yannic Zwinscher: bass
  • Daniel Behle: drums

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In un momento in cui il percorso della sua band principale si era interrotto, il chitarrista e cantante dei thrashers Messerschmitt, Maik Jegszenties ha trovato tempo e stimoli per dare vita ad una nuova realtà: i Deadly Magic, e non solo si è circondato di nuovi compagni di avventura, ma è andato a battere altri sentieri musicali. Infatti, quelli che troviamo sull'EP "... As Nightmares Gorged the Earth" sono quattro brani dove è tangibile l'ispirazione US Power Metal, quello di Crimson Glory, Sanctuary e Queensrÿche, ma anche di formazioni meno note come Liege Lord, Jacobs Dream o Griffin.

L'opener "Another I Beckons" è un brano veemente con quei ritmi spezzati, gentilmente offerti dal batterista Daniel Behle e dal bassista Yannic Zwinscher, che non possono che far venire in mente i Fates Warning, e se il francese Alexis Roy-Petit (vocalist degli Hürlement) oltre a stupirci con il suo cantato caldo ed evocativo (e con molto di Geoff Tate) ci sorprende piazzando dei passaggi in un falsetto alla King Diamond, nello scorrere del pezzo andiamo a scoprire le qualità dei due chitarristi, l'ex Rezet Thorben Schulz ed ovviamente lo stesso Jegszenties. Se invece sentivate la mancanza di un pezzo dal passo marziale e tagliente, magari con un approccio più vicino agli Agent Steel o Savage Grace, ecco che "Deadly Magic" vi toglie la voglia, un episodio che si accende nel lungo break dove i due chitarristi si sfidano ben incalzati dalla sezione ritmica, per quanto credo si potesse fare qualcosa di meglio sia nell'armonizzare i vari cambi d'atmosfera sia a livello corale. "When the World Stood Still" è sicuramente organizzata in maniera più efficace, prima nel suo insistito incipit strumentale dettato dal basso di Zwinscher e poi presa letteralmente per le redini da Roy-Petit, il quale conferma tutta la propria versatilità e capacità interpretative. E lo ribadisce nella superba "It Ends Where It Began" che si distende su un arpeggio e linee di chitarra che definire maideniane sarebbe il minimo, eppoi qui la prova del cantante francese non può che rimandare alla lezione di Bruce Dickinson (nella prima parte) e a quella di Tate (nella seconda metà della canzone).

Non è la prima volta che la Germania (nel caso con un pizzico di Francia) si propone - ottenendo anche ottimi risultati (vedi recentemente gli Iron Fire) - con lo US Power Metal, ora però i Deadly Magic pur partendo favoriti dovranno alzare l'asticella.
Ci riusciranno? Beh... lo scopriremo se/quando arriveranno al debut album.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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