Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:62 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. THE AMULET
  2. BELIAL RISING
  3. A THOUSAND NAMES
  4. SEVEN PIERCED HEARTS
  5. INVERTED CHURCH
  6. THE SNAKE
  7. PHANTOM SLEEPER
  8. THE DESCENT
  9. FACE THE REAPER
  10. BE MY GUILLOTINE
  11. YOURS NOW
  12. ADORATION
  13. THE CURSE

Line up

  • Remi A. Nygård: everything, songwriting

Voto medio utenti

Evidentemente non pago di quanto di buono sta combinando, in ambito thrash, coi suoi ottimi Inculter, l’eclettico polistrumentista norvegese Remi Andrè Nygård, proveniente dalla fredda Bergen, decide di dare vita ad un progetto parallelo, basato su sonorità più tradizionali, non prive tuttavia, delle tipiche peculiarità nordiche.
Nascono cosi, i Morax (in cui, a dire il vero, il buon Remi si occupa praticamente di tutto) che, se si esclude il discreto EP Rites And Curses, esordiscono con il loro primo vero full-length The Amulet, debutto decisamente promettente, uscito per la High Roller Records, label tedesca dimostratasi, in questi ultimi anni, sempre abile a scovare realtà particolarmente interessanti nel complicato groviglio del sottobosco metallico.

La proposta dei Morax consiste, come si diceva pocanzi, in un sound diretto che azzanna l’ascoltatore direttamente alla giugulare per catturarne l'attenzione e leggermente grezzo (giusto il necessario, senza esagerare).
Un heavy metal dunque, di matrice squisitamente classica; pertanto, al suo interno, non stupitevi se, dopo la breve intro strumentale, corrispondente alla title-track, ci sentirete echi palesemente riconducibili a Judas Priest (vedasi la roboante Inverted Church), Iron Maiden (l’epica A Thousand Names), Black Sabbath (la lugubre e doomosa Seven Pierced Hearts), Angel Witch (come le malinconiche Phantom Sleeper o The Descent), ma soprattutto, Motörhead e Venom (si pensi alle malefiche Belial Rising e The Snake).
Tuttavia, le suddette influenze, non emergono in maniera prepotente e asettica, ma vengono storpiate dalla band, che le modella, secondo le sue esigenze ed il proprio gusto stilistico, inserendole abilmente all’interno di una singolare dimensione artistica, avvolta da un’aura di cupa e seducente malvagità, tipica della scuola norvegese.
Questa perfidia musicale si concretizza mediante un sound aggressivo e angosciante, caratterizzato da linee melodiche ben costruite, ma dal retrogusto spettrale, da chitarre mordenti e sanguinolente, da atmosfere sinistre e, infine, da una voce graffiante e, al tempo stesso, sofferente.

The Amulet si rivela cosi un album convincente e incisivo, destinato a lasciare il segno, sin dal primo ascolto; merito, senz’altro, della passione genuina, delle enormi doti compositive e della versatilità di Remi Andrè Nygård, capace di rendere sorprendentemente fresco un sound datato, come quello ereditato dalla NWOBHM, imbastardendolo e rivestendolo di inquietudine e malignità, come solo le bands scandinave sanno fare, permettendo quindi ai Morax, di fare subito centro al debutto discografico!

Chi ben comincia....



Recensione a cura di Ettore Familiari

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