Fumes - Skeletal Wings Threshold

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:38 min.
Etichetta:Personal Records

Tracklist

  1. STELLAR ASCENSION INFERNAL
  2. KAMAZOTZ
  3. SUPPURATION TUNNELS
  4. DEAD MORNING STAR
  5. CARRIER OF VENENIFYER
  6. PASSAGE I
  7. HOLLOW TEETH OF DARKNESS
  8. PASSAGE II
  9. PLAGUESTORMS
  10. PASSAGE III

Line up

  • Minos: drums
  • Henry Piquerist: guitars
  • Isaías Speedblosky: vocals, guitars
  • Alan Macabre: bass

Voto medio utenti

Ho sempre ammirato la genuinità e l'urgenza espressiva dei gruppi estremi sudamericani i quali, alla faccia di ogni velleità evolutiva, sono sempre rimasti, in linea generale e con le dovute eccezioni, sempre ligi ad un determinato concetto di suono all'interno del quale non si fa distinzione di generi e si pensa, solo, a pestare duro, con passione ed attitudine.
Dal Messico, terra di sole e contraddizioni, i Fumes si inseriscono perfettamente in questo quadro ed il loro esordio, "Skeletal Wings Threshold" rilasciato dalla Personal Records, risulta un bel calcio nei denti con il suo mix di Black Metal primordiale, Death di una volta, rallentamenti spezzacollo e furia Thrash incontaminata (soprattutto a livello di riffing), il tutto esaltato da una buonissima registrazione, songwriting mai banale, e da una prova tecnica del gruppo che non lascia spazio a remore o dubbi.
Questo, dunque, è il classico lavoro con il quale si va sul sicuro, violento e diretto dove serve, ma non per questo poco attento ai dettagli, certamente non originale e certamente non in linea con i tempi (ma neanche troppo old style se vogliamo), ma, detto fuori dai denti, chi se ne fotte davvero? Perchè in un mercato discografico distrutto dalla musica liquida, quello che resta è solo la voglia e la dedizione di alcuni musicisti che suonano solo per il gusto di farlo e non guardando al proprio portafogli, musicisti come i Fumes che non diventeranno mai famosi ma che, a mio modesto parere, meritano molto più rispetto di puttane come Behemoth (giusto per fare un nome) e compagnia esilarante.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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