Qui a qualcuno verranno i sorci verdi oppure si metterà ad imprecare in aramaico antico perché qualcuno si è permesso di tributare i sabs stravolgendone i canoni rivestendo i classici della band di Birmingham di jazz.
Questo trio di zuzzurelloni ha condito il tutto di una falsa leggenda impregnata di humour inglese; narra in verità sarebbero loro i creatori originari di queste composizioni e che i furboni
Ozzy e co. glieli abbiano furbescamente rubati e registrati a loro insaputa perché il leader tale
Milton Keynes riversava in condizioni di salute pessime.
Detto chiaramente questo è un gran bel disco che trascende i generi; terzo album che fa capire come capisaldi del protometal come “
Into the void”, “
Electric funeral”, “
War pigs” possono essere riletti in una chiave sonora diversa per gusto e stile ma mantenere la qualità, perché sotto sotto è una dichiarazione d’amore nei riguardi dei nostri.
Davvero credetemi, se volete ascoltare grande musica realizzata da un terzetto di classe e non amate gli steccati fatelo vostro, grandi
Jazz Sabbath!
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