Questo nuovo album dei romani insegna ancora di più che la storia non puoi replicarla se non ce l’hai nel sangue.
Perchè fare del buon death metal dal taglio epico, feroce e inserendo strumenti folk per raccontare le gesta dell’antica Roma a loro riesce molto bene a talaltri più blasonati (vedi
Ex Deo) mica tanto.
Basta ascoltare la potente “
Ad bestias!” dall’apertura pugnace con un bel solo per poi sbatterti al muro senza nessuna pietà; la parte del leone se la prende la sezione ritmica con batteria tellurica capace di cambi di tempo fluidi.
Il vocione è possente e cavernoso, gli strumenti etnici si adattano alla grande al quadro sonoro con un chorus efficace.
“
Vinum” prende il la con stop and go per poi diventare una distruttiva corsa in blast beat che richiama gli Immolation con chitarre grattuggiose.
Anche in questo caso la melodia si inserisce nel ritornello con una sezione più cadenzata ed epica prima del solo in blast beat.
“
Quartered by chariots” unisce atmosfera e grande death metal dove la violenza si unisce ad un pathos dal taglio fomentate soprattutto nella parte centrale.
Sembra di essere presenti nell’arena e vedere il pubblico romano godere degli squartamenti provocati dalle bighe in corsa sui malcapitati.
Un grande ritorno che scolpisce nella pietra l’opera di questi eredi dell’urbe antica, superbi.
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