Ad oltre vent'anni dalla loro nascita, i molisani
Sakahiter rilasciano, finalmente, il proprio debut album di lunga durata dopo una serie di mini CD che già ne aveva messo in evidenza il talento.
"Samnite Black Metal", partendo dal titolo, è una dichiarazione di intenti: lo spirito guerriero, selvaggio e rabbioso degli antichi Sanniti viene ripreso e trasformato in chiave musicale all'interno di un lavoro dal gusto ancestrale, misterioso, intriso di storia e tradizioni di cui, mi piace sempre sottolinearlo, il nostro paese certo non fa difetto.
L'approccio dei
Sakahiter alla composizione, pur tenendo presenti inevitabili influenze (che lascio agli ascoltatori scoprire), risulta essere piuttosto personale dal momento che il loro black metal, spina dorsale delle proposta, è fortemente intriso da soluzioni di matrice death (personalmente mi è parso di "scorgere" a livello di riffing una sorta di mix tra Morbid Angel e scuola polacca) che danno al tutto un tono solenne, brutale e particolarmente
intenso in linea, perfetta, con il concept battagliero sul quale si snodano le nove composizioni di
"Samnite Black Metal", album, si , diretto e feroce, ma non per questo "semplice" poichè arrangiamenti strumentali e ricchezza di soluzioni vocali (impressionanti i cori) denotano una grande, e pregevole, attenzione, ai più piccoli dettagli.
La lunga storia del gruppo, con la conseguente grande esperienza, si sente, dunque, molto bene su questo debut: i brani non sono mai banali, le strutture piuttosto complesse, ed il songwriting appare ricco di spunti cangianti che spaziano dalla, già sottolineata, brutalità per arrivare a trame melodiche, di stampo dannatamente epico, in uno spettro espressivo che non tralascia alcuna sfumatura al fine di condurci, in una lenta discesa, nell'abisso primordiale di misticismo ed arcani rituali specchio dall'antico mondo dei Sanniti e dei loro rituali di guerra e sacrificio.
Come sottolineavo all'inizio, ci sono voluti più di vent'anni per avere tra le mani questo album, ma, oggi più che mai, veniamo ripagati dell'attesa grazie ad un album fortemente sentito, viscerale nel suo spirito malevolo, fottutamente possente, ammantato di fascino antico e, soprattutto,
italiano fin nel suo più profondo spirito: da parte mia, mi sembra opportuno darne evidenza, gli applausi scrosciano più che meritati per un lavoro che non capita di ascoltare ogni giorno.
La nera fiamma brucia all'incenso dei Sanniti...
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